Le ultime settimane hanno registrato ben tre lutti per una trasmissione che fa parte ormai del costume italiano. Stiamo parlando di “Novantesimo minuto”. A marzo se ne è andato il mitico Luigi Necco, il corrispondente da Napoli che raccontava le partite circondato da un nugolo rumoreggiante di tifosi napoletani. Le sue erano rappresentazione quasi folkloristiche delle gare appena avvenute, in una sorta di epica paesana. Pochi giorni fa lo ha raggiunto Giorgio Bubba, che potremmo ricordare come un “Necco del Nord”: la squadra di casa aveva sempre giocato un’ottima partita. Quando vinceva si trattava di un’impresa gloriosa, quando perdeva era stata danneggiata dalla sfortuna e dalle circostanze. Anche Tonino Carino, indimenticabile corrispondente da Ascoli, non c’è più. Piero Pasini e Paolo Valenti ci hanno lasciati già da molti anni. Non si può non sorridere quando si ripensa a loro, e alla loro interpretazione in fondo giocosa del loro mestiere: che era, appunto, raccontare un gioco. La morte di Ignazio Scardina porta con sé un mare di polemiche. Coinvolto nella bufera di “Calciopoli”, venne assolto, risultando completamente innocente; tuttavia l’ingiusto processo mediatico che dovette subire lo indebolì nell’animo e nel fisico. Un uomo per bene accusato ingiustamente di associazione a delinquere. La sua morte ha riacceso un’aspra disputa su twitter fra Antinelli e Varriale. Comunque siano andate le cose, i colleghi più affezionati e gli amici sono concordi nell’affermare che è stato ucciso da Calciopoli. Ignazio Scardina (foto Sky sport)