La cronaca offre a volte episodi curiosi, che fanno sorridere, pur avendo come retroscena vicende umane di sofferenza. A Kansas City, un uomo di 70 anni si è presentato al cassiere di una banca mostrandogli un biglietto dove c’era scritto “ho una pistola, dammi i soldi”. Sembrava una rapina in piena regola e il cassiere ha ubbidito, ma -ricevuto il denaro- l’uomo, anziché fuggire, si è comodamente seduto su una poltroncina all’ingresso della banca. Il suo scopo era infatti quello di farsi arrestare, per non continuare a vivere in casa con la moglie con la quale litigava sempre. Era talmente determinato nel suo proposito che ha rifiutato l’assistenza di un avvocato. Il suo sforzo è riuscito: almeno per un po’ potrà stare in pace in carcere! Ma episodi simili accadono abbastanza ciclicamente: pochi anni fa, un 37enne romano era stato -per una serie di piccoli reati- condannato agli arresti domiciliari, trovandosi quindi a vivere coercitivamente con la moglie tutto il giorno. Dopo circa due mesi, ha inoltrato una formale richiesta al Commissariato Nuovo Casilino di poter scontare il resto della pena in galera. Il giudice ha accolto la richiesta, concedendogli, per i restanti otto mesi della pena, una sana prigione al posto dell’infermo domiciliare.