L’ORA LEGALE HA (FORSE) LE ORE CONTATE…

Pochissimi italiani hanno partecipato al sondaggio, voluto dalla Commissione europea, sull’uso dell’ora legale nell’Ue. Molti di più sono stati i partecipanti stranieri, in particolare nel Nord Europa. Più dell’80% di loro ha votato per la fine dell’altalena tra ora legale e ora solare e ha espresso una netta preferenza per l’adozione senza interruzione dell’ora legale. Estate permanente dunque, tanto più che in alcuni paesi europei, come la Germania, ora legale si dice, appunto, “tempo estivo”. In tedesco “Sommerzeit”. Il sondaggio è avvenuto online durante i mesi passati e dei 4,6 milioni di partecipanti, oltre tre milioni sono cittadini tedeschi, particolare che la dice lunga sulla diversa sensibilità della Germania verso una problematica che ha notevoli implicazioni sulla vita delle persone. Dobbiamo prepararci a dire addio all’uso di riportare avanti e indietro le lancette dei nostri orologi? E’ presto per dirlo. La consultazione non aveva valore legale come un referendum, ma 4,6 milioni sono comunque un numero notevole quanto a partecipazione. E bisognerà vedere le percentuali dei sì e dei no in seno a ciascun paese. Che l’80% del totale abbia votato no e che più di 3 milioni dei votanti siano tedeschi fa concludere che i tedeschi vogliono certamente abolire l’ora legale. Non è detto che lo stesso valga per gli altri paesi dell’unione. E, a giudicare dalle divisioni che caratterizzano questioni ben più importanti (ma anche meno) tra le 27 nazioni Ue, e che ne regolano la convivenza, non è detto che il risultato sia scontato. Anzi. Se verrà fuori che solo la Germania è a favore dell’abolizione certamente ci saranno forti opposizioni al cambiamento su scala europea. Un uso dell’ora legale in ambito Ue diverso tra paese e paese è da scartare, in quanto creerebbe ancor più problemi. Ma in Europa mai dire mai. Nonostante le diverse sensibilità nazionali, il cambio di orario è un argomento molto importante e questo vale per tutti i cittadini Ue, per l’economia del vecchio continente, per il consumo di energia e il suo impatto sul clima a livello planetario. La Commissione europea ha ora il compito di proporre l’eventuale nuova regolamentazione, ma poi saranno il Parlamento europeo e gli stati membri a decidere. Nelle prossime settimane o mesi capiremo meglio quali saranno le implicazioni nel prossimo futuro. Sarà interessante vedere se la decisione di abolire o meno l’ora legale sarà posta prima delle elezioni europee di maggio 2019. E se sarà oggetto di strumentalizzazioni pro o contro Europa da parte della classe politica. Oppure se semplicemente non si farà nulla. 4,6 milioni di partecipanti al sondaggio sono sì tanti, ma in fondo rappresentano soltanto l’1% degli europei.