NEANCHE A CASTENASO E GRANAROLO si è potuta realizzare la fusione. Anche agli esponenti del SI’ abbiamo chiesto, democraticamente, un intervento scritto perché manifestassero le proprie opinioni sul risultato che, come è noto, si è rivelato favorevole per il no come per Baricella/Malalbergo. Gli esponenti di questa fazione non hanno ancora presentato alla nostra redazione alcuno scritto. In attesa che ci pervenga, pubblichiamo di seguito l’intervento del No per lo stesso tentativo di fusione. Dal Presidente del comitato “No fusione tra Castenaso e Granarolo”, MARCO GOMBI, riceviamo e pubblichiamo. Finalmente il 7 ottobre 2018 è arrivato ed è stata la data in cui il popolo di Castenaso e Granarolo (e non solo) ha posto in modo inequivocabile la parola fine sulle fusioni imposte dall’alto e non originate da un processo di condivisione con i cittadini. Il risultato matematico non ammette repliche, anzi dovrebbe portare il PD e la maggioranza a un bagno di umiltà e a prendere atto che i periodi dei plebisciti bulgari degli anni 1990 e 2000, quando il popolo votava tutto ciò che il potere precostituito decretava, sono passati per sempre. Il potere precostituito di Castenaso poteva evitare tutto ciò, anche l’umiliazione subita, solo con la capacità di ascolto. Quanti appelli abbiamo rivolto alla politica, a tutti i livelli, dai consiglieri comunali fino al Presidente della regione Bonaccini, alla stampa, alle associazioni di categoria e di volontariato affinché questo progetto di fusione fosse arrestato prima di arrivare al referendum! Avevamo avvertito che il rischio per chi lo proponeva era di andare a sbattere, come poi è puntualmente accaduto. Avevamo verificato la contrarietà della maggioranza delle persone che incontravamo nelle riunioni e durante i banchetti, anche elettori del Partito Democratico, ma non ci hanno ascoltato. Se lo avessero fatto avrebbero evitato una sonora sconfitta e soprattutto una campagna referendaria che ha spaccato e diviso il paese per mesi e mesi. Speriamo che da questa storia gli esponenti politici eletti del PD a Castenaso e in Emilia Romagna riescano a capire e prendere atto che ormai il popolo non segue più acriticamente le loro indicazioni ma chiede e chiederà sempre più informazioni e soprattutto sarà sempre più parte attiva nella vita politica. Il fatto positivo di tutto ciò è stata la grande vitalità e la grande voglia di partecipare e capire dei cittadini di Castenaso, che in questo caso hanno compreso che la fusione era soprattutto a favore delle carriere di alcuni amministratori e non certo nell’interesse dei cittadini. La fusione è stata bocciata proprio perché a Castenaso i cittadini giudicano ottimale la condizione in cui vivono, anche sotto il profilo dimensionale, e paradossalmente il primo cittadino che ha amministrato Castenaso per anni non ha saputo ascoltare e interpretare questa voce che si levava dalla cittadinanza. Concludo per ribadire che il Comitato che rappresento è assolutamente trasversale, che non è un’alleanza di partiti che vogliono governare Castenaso ma un insieme di persone che si sono trovate insieme, pur provenendo da diverse sponde, per salvaguardarne la integrità e l’autonomia. Da domani ciascuno di noi riprenderà la sua strada anche se i rapporti umani tra di noi, rapporti che in questa occasione si sono creati, rimarranno ancora a lungo. Almeno questa è una cosa buona che dobbiamo a questo progetto di fusione cominciato male e peggio proseguito.