Esordio al teatro Dehon di Bologna per il nuovo lavoro di Germano Bonaveri, dal titolo “Il cretino”. Bonaveri, che senza dubbio è uno dei più bravi cantautori italiani, si è cimentato in un lavoro prettamente teatrale, pur appoggiandosi ai manufatti di sua specifica competenza, vale a dire alle canzoni. “Il cretino” è un excursus autobiografico che sottolinea la propria estraneità nei confronti di un mondo basato su meccanismi aridi di profitto, preferendo la scelta di fare il cantautore al destino di una triste omologazione. Non mancano riflessioni su usi e costumi della nostra contemporaneità, in primis l’uso dello smartphone, che diventa un “essere usati” da esso. Poi si parla del meccanismo consumistico delle nostre stesse esistenze, che ingloba gli anziani (confinati nella non-considerazione) e snatura icone del passato (Che Guevara è diventato designer di magliette, Mussolini testimonial di un vino rosso). Gustosi gli accenni, ironici e vagamente polemici, al mondo del cantautorato. Il cantautore è spesso in realtà un furbacchione che cerca di piacere a tutti usando temi-slogan come “pace, giustizia, libertà”. Questo rassicura dallo scompiglio che potrebbe apportare qualsiasi innovazione autentica. Il cantautore moderno infatti è un “CRS”: cantautore rassicurante di sinistra. Mentre Gaber – al contrario – non piaceva ai radical chic, i quali lo detestavano ma si compiacevano dell’immagine di se stessi quando dicevano – mentendo – che lo amavano. In questi sottili “distinguo” si dipana la vasta articolazione di Bonaveri, che coglie con triste disincanto le mille stupidità di prestigio della nostra cultura, fortemente influenzata dai media che ci programmano alla pari di un software, facendo di noi dei consumatori, privi di consapevolezza propria negli acquisti di prodotti, e privi di consapevolezza propria anche nelle valutazioni culturali ed estetiche. L’importante è allinearsi ai dettami collettivi di “ciò che piace”. Una vita angosciosa per fingersi costantemente al passo con quanto ci viene dettato. Se il prezzo è questo, è bene forse spostarsi ai margini, essere visto come un cretino, uno sconfitto in quanto non gareggiante, che però può godere di qualche attimo di pura e “illogica allegria”. Accompagnato da Pietro Posani, Bonaveri esegue nel corso dello spettacolo vari suoi brani, alcuni dei quali sono ormai dei classici del suo repertorio, come “Le città invisibili”, “Torquemada” e l’inamovibile “Magnifico”. “Il cretino” vede in veste di produttore Maurizio Biancani, storico fonico e co-fondatore della Fonoprint. La regia è stata affidata a Daniele Sala.