Altri tempi. Nel 1972, in piena epoca di rivendicazioni femministe, un’insegnante di matematica fece quello che oggi è prassi: il “coming out”. Dichiarò pubblicamente la propria omosessualità. L’8 marzo partecipò a una manifestazione a Roma con un cartello che diceva “liberazione omosessuale”, balzando per questo motivo agli onori della cronaca. Ci fu un po’ di clamore mediatico su un argomento molto scomodo per il 1972, e insomma accadde che la grande visibilità della vicenda causò a Mariasilvia la perdita del posto di lavoro. Fu infatti licenziata per “indegnità”. Mariasilvia Spolato era fra l’altro docente universitaria, laureata con 110 e lode a e autrice di saggi e articoli accademici. Per la cronaca, aveva fondato con Angelo Pezzana nel 1971 la rivista rivoluzionaria “Fuori”. Mariasilvia fu abbandonata da tutti, e in primis dalla famiglia, come spesso accade quando ci sarebbe da difendere, proteggere e accogliere una persona che non dà lustro al buon nome di casa. Percorse un declino che la portò a vivere per strada, vicino alla stazione di Bolzano, col suo carico di appunti, pennarelli e matite. Gli ultimi anni sono stati trascorsi in una clinica per anziani, nella quale ha trovato un po’ di calore anche umano. Si è spenta il 31 ottobre scorso, a 83 anni. La sua è una vicenda che oggi non potrebbe più accadere, almeno in Europa. Davvero altri tempi, nonostante non siano tanto lontani! foto di Lorenzo Zambello