Mustier lo dobbiamo giudicare meglio o peggio dell’Olanda?

Egregi Signori, sono un vecchio pensionato e come tanti mi adopero con i miei comportamenti per evitare il divulgarsi dell’infezione, per cui esco solo per comprare i giornali, fare la spesa e per andare in farmacia: naturalmente cerco di combinare le necessità descritte al fine di ridurre al minino la mia presenza in strada e giro regolarmente con l’autocertificazione in tasca. Durante la mia vita ho sempre pagato le tasse non perché sia più virtuoso di altri, ma probabilmente solo perché ero un dipendente. Questa tragedia ci colpisce in maniera globale e, accantonando per un momento gli aspetti umanitari che comunque a livello politico hanno a mio avviso la precedenza assoluta, l’univoco plauso a Draghi mi sembrava aver fissato dei punti di riferimento assolutamente condivisibili. Altra cosa che condivido è la totale disapprovazione della posizione olandese in Europa, ma del resto gli olandesi storicamente sono sempre stati molto rigidi con le altre nazioni e molto flessibili con se stessi e la loro attuale politica di attrattiva fiscale nei confronti delle aziende, unita alle loro impuntature europee, ne sono un’ulteriore prova. Ma dopo l’Olanda – e vengo finalmente al punto – l’impensabile privilegio di alcuni operatori economici si è manifestato con l’iniziativa dei banchieri europei e, nello specifico, del ceo di Unicredit Jean Pierre Mustier che, nel suo ruolo di responsabile della Federazione Europea delle Banche e con un’assoluta indifferenza per la maggiore flessibilità già ottenuta a inizio mese dalla BCE – si è rivolto al capo della vigilanza della stessa banca europea chiedendo e ottenendo che “le banche quotate non debbano distribuire dividendi o portare avanti buy back per tutto il 2020, con l’obiettivo di preservare al massimo il capitale”. Credo che se il signor Mustier e i suoi colleghi avessero intravisto la necessità di rafforzare nel breve le riserve, avrebbero potuto e dovuto gestire con maggiore attenzione le loro imprese, piuttosto che scaricare sui piccoli soci/risparmiatori il 100% degli effetti di questa crisi. Questa decisione – al netto contrario del parere di Draghi – sottrae liquidità ai cittadini e può creare nell’attuale situazione una forte tensione sociale di cui non solo non se ne sentiva bisogno e le cui premesse non dovrebbero mai nemmeno essere sfiorate da una classe dirigente le cui responsabilità, al di là delle insufficienze e volgarità verbali di Salvini e company, si confrontano anche oggi con una disastrosa situazione organizzativa del Paese che ha radici non recenti e a cui non possono essere ritenute assolutamente estranee. E così ancora una volta si approfitta dei piccoli investitori, colpendoli con una patrimoniale non a favore della comunità, ma di un’iniziativa privata.

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