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Emergenza Corona – Istruzioni per l’uso Cosa fare in caso di sintomi In caso di sintomi o dubbi, rimani in casa, non recarti al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiama al telefono il tuo medico di famiglia, il tuo pediatra o la guardia medica. Oppure chiama il numero verde regionale. Numeri verdi regionali Le Regioni hanno attivato numeri dedicati per rispondere alle richieste di informazioni e sulle misure urgenti per il contenimento e la gestione del contagio del nuovo coronavirus in Italia: Basilicata: 800 99 66 88 – Calabria: 800 76 76 76 – Campania: 800 90 96 99 – Liguria: 800 938 883 Emilia-Romagna: 800 033 033 – Friuli Venezia Giulia: 800 500 300 – Lazio: 800 11 88 00 attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle16 e il sabato dalle ore 9 alle 12 – Lombardia: 800 89 45 45 Marche: 800 93 66 77 Piemonte: 800 19 20 20 attivo 24 ore su 24 / 800 333 444 attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 20 Provincia autonoma di Trento: 800 867 388 – Provincia autonoma di Bolzano: 800 751 751 Puglia: 800 713 931 – Sardegna: 800 311 377 (per info sanitarie) oppure 800 894 530 (protezione civile) Sicilia: 800 45 87 87 – Toscana: 800 55 60 60 – Trentino Alto Adige: 800 751 751 – Umbria: 800 63 63 63 Val d’Aosta: 800 122 121 – Veneto: 800 462 340 #iorestoacasa Precisiamo che in Italia e nel mondo NON E’ STATA DICHIARATA UFFICIALMENTE ALCUNA PANDEMIA. L’OMS HA PARLATO di situazione pandemica che è un’altra cosa. Cioè. Lo stato di pandemia si dichiara quando la totalità della comunità scientifica mondiale è universalmente concorde su un’affermazione pienamente condivisa, ma allo stato non vi è tale condizione essendo il virus sottoposto ancora a studi che ne confermino validità di lesioni universalmente riconosciute. Stiamo attenti, quindi, a non fare confusione ed allarmismi inutili. Ci teniamo a precisare che la raccomandazione di stare a casa non è un obbligo di legge ma una scelta consapevole e di buona creanza dettata dalla coscienza di ciascuno e/o dal proprio personale approccio con la malattia, col sociale, col rispetto verso la propria salute e degli altri ed in ogni caso, nessun DPCM ci può obbligare per legge a stare a casa. Semplicemente perché un DPCM NON E’ LEGGE. Dirò di più. La parola evitare (a meno che non venga interpretata come consiglio e non come obbligo) contenuta nella disposizione del DPCM dell’ 8 marzo lascia dei margini di interpretazione e dei dubbi di legittimità perché si riferisce ad a) ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. E’ consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza; E questo, come monito, vale per tutti. Salvo la precisazione di cui sopra, la parola evitare è stata – appunto – incongruamente usata perché un DPCM non ha forza di legge e non può IMPORRE certi comportamenti non in linea con la Costituzione. Questo DPCM addirittura non può avere forza di legge neanche nei confronti delle persone malate o in stato di sospetta malattia poiché a queste persone stesse, come dice il DPCM, NON E’ VIETATO PER LEGGE USCIRE DI CASA, BENSI’ E’ FORTEMENTE RACCOMANDATO IL CHE E’ UN’ALTRA COSA…. Infatti al punto b) dell’art. 1 del decreto dell’8 marzo c’è scritto: b) ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) e’ fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante; QUINDI E’ fortemente raccomandato, non “E’ fatto obbligo” perché farne obbligo metterebbe in crisi l’art. 13 della Costituzione che inequivocabilmente (con vigore fino a eventuale successiva Legge che ne faccia modifica) recita: COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA PARTE I DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI TITOLO I – RAPPORTI CIVILI Art. 13. La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. E` punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. A tal uopo sarebbe auspicabile che le istituzioni non si approccino coi cittadini sorreggendo comportamenti, forse anche punibili, contrari allo spirito della nostra Legge Suprema, nello specifico comportamenti tendenti a restrizioni della libertà individuale ed a costrizione di subirne il dettato. Inoltre sulla produzione dell’autocertificazione che esige l’affermazione da parte del cittadino (riferendosi alla propria stessa persona) di non essere ammalato di Covid 19 si apre un altro capitolo che sarebbe complesso e discutibile ma che sintetizzerei almeno in due punti. L’autocertificazione, per come è stata pensata dal Legislatore, è un diritto del cittadino. In questo caso viene trasformato in un dovere. Ci sarebbe da parlare ed in ogni caso non si è obbligati a produrla. Il certificato medico, così come altri documenti (patente, passaporto, sentenze etc.) non può essere sostituito da documenti succedanei tantomeno da una autocertificazione, del soggetto interessato, per di più precompilata. Anche sulla precompilazione si potrebbe aprire un lungo dibattito. In sostanza dobbiamo capire (e sapere) che le leggi non le fanno né i mass media né i PPCCMM ma il Legislatore. In particolare la nostra Costituzione, che è definita la Legge Suprema dello Stato, alla quale tutte le altre leggi si devono ispirare, l’hanno a suo tempo fatta i nostri Padri Costituenti, e l’hanno fatta bene perché tutti sanno che è una tra le migliori al mondo. Ed anche per questo sacra, inviolabile e meritevole di rispetto e obbedienza. Tutti i cittadini avrebbero, piuttosto, il dovere di difenderLa da ogni possibile attacco ed eventuale vilipendio. Essa, sulla quale hanno giurato tutti gli Ufficiali dello stato è come la nostra Bandiera: è la nostra Bandiera! E’ chiaro che in ordine a queste precisazioni non deve avvenire il contrario delle disposizioni del DPCM il quale indica che è fortemente raccomandato stare in casa, però, in questo caso non si può fare altro che attendere il buon senso delle persone alle quali anche noi de “IL MONDO CHE C’E’” consigliamo vivamente e raccomandiamo fortemente, per dirla col Presidente, di stare a casa, facendo ricorso alle proprie risorse civiche, non dimenticando che il nostro comportamento troppo dissoluto può penalizzare la salute altrui e la buona convivenza tra noi cittadini. Poiché deve essere civile e spontanea, la nostra scelta di non uscire, continuiamo tranquillamente a sostenere la campagna supportata dal benevolo e saggio slogan. #iorestoacasa