Come molti paesi del mondo, il Lussemburgo è anch’esso toccato dallo stato pandemico del Coronavirus e costretto ad adottare gli stessi protocolli indetti dagli altri stati per impedire il propagarsi dei contagi. La quarantena obbligatoria anche qua ha sortito i suoi buoni effetti facendo diminuire il numero dei contagiati ma, come sostiene Paulette Lenert, ministro della salute, un’altra settimana potrebbe servire per rassicurarci sul progredire dei miglioramenti e per progettare più acutamente il futuro. Come Roma, Milano e Bologna, come Madrid, Parigi e New York…. la città di Lussemburgo è a tutt’oggi una città fantasma: negozi chiusi, ristoranti e luoghi di aggregazione vuoti, chiese percepite soltanto dal suono delle campane, distanze regolamentari ed altri merletti… Nulla di diverso rispetto agli altri paesi: compreso il fatto che, percentualmente, i numeri non sono dissimili. Il governo mantiene la fornitura gratuita di cinque mascherine pro-capte (ripetibile) ai cittadini e, dato caratteristico della tipicità della zona, le frontiere non sono state mai chiuse perché l’economia del Paese si basa sui moltissimi frontalieri che assicurano lavoro e servizi al nostro interno. Anche qui, come nel resto del mondo, si spera di poter chiudere presto questa partita e poterne riparlare al passato, raccontandolo, ma sapientemente, ai nostri posteri, perché possano interiorizzarne i moniti.