Gli eventi straordinari modificano la nostra percezione della realtà. Invochiamo, infatti, a gran voce, il ritorno alla normalità, non comprendendo che essa ci è stata da tempo negata, ben prima che il covid facesse il suo ingresso nelle nostre vite. Pensate alla normalità di cui parliamo. Una vita di corsa, gli affetti sacrificati non si sa bene in nome di cosa, un mondo che non era fatto di ricchezza per tutti, ma già segnato da disuguaglianze insopportabili, un consumo sfrenato di oggetti inutili che riempivano le nostre case e le nostre vite, ma che venivano scambiati per cose veramente importanti, degne del tempo che abbiamo sprecato per guadagnare i soldi necessari per averli, le domeniche dedicate allo shopping selvaggio e compulsivo, l’invidia per chi aveva tutto senza dovere passare attraverso la rinuncia a qualcosa. È questo che chiamiamo normalità? Obiettivo raggiunto. Se alla fine quello che desideriamo veramente è tutto questo, allora viene davvero da pensare che esiste un Grande Fratello, una mano invisibile che guida le cose per ingannarci e farci desiderare quello che vuole, una “voluntas” che ci illude che siamo soggetti liberi e che possiede la forza di condurci verso una totale dipendenza da bisogni effimeri che ci fa scambiare per bisogni indispensabili, una forza cieca e irrazionale alla quale potersi sottrarre solo invertendo rotta, ripensando i nostri stili di vita, e non irridendo chi si ostina a sostenere la necessità di una decrescita consapevole, ricercata, per fare spazio ad una vita autentica, una vita che abbiamo dimenticato o che forse non abbiamo mai pensato possa esistere.
Poi, ti svegli e ti accorgi di avere fatto solo un brutto sogno, di avere creduto che il mondo potesse cambiare, di avere ceduto all’ottimismo della volontà, dimenticando che la prima normalità a cui ci avevano abituati era quella di credere che era giusto non sognare ma, quando l’utopia abbandona le nostre vite allora esiste solo l’amministrazione dell’ordinario, una vita povera di sogni ma ricca di una certezza, quella di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Les jeux son faits, rien va plus!