Quelli che non ce n’è coviddi

Avremmo avuto tante occasioni per provare a responsabilizzare i cittadini italiani, ma pare che molti pensino che quella del Covid19 sarebbe dovuta essere quella decisiva. Questa riflessione prende avvio dalla notizia che oggi il paese che ha meno problemi di ritorno del virus è la Svezia. Certo, percentualmente, in quella che è stata definita prima ondata, ha pagato il prezzo più alto, ma confidando nel senso di responsabilità individuale è riuscita, almeno fino ad ora, a evitare un brusco ripresentarsi del virus come sta accadendo in tutti i paesi europei. Adesso mi chiedo: perché buttarla in caciara su un argomento che richiederebbe ben altri approcci?  Per esempio, quello storico.  Da quando si è realizzata l’Unità d’Italia il rapporto tra il cittadino e lo Stato è stato improntato a reciproca sfiducia! Il cittadino ha visto nello Stato un potere vessatorio, lontano dai bisogni del popolo, mentre lo Stato ha sempre pensato, conseguentemente, che il cittadino avrebbe fatto di tutto per sfuggire alle leggi!  Se qualcuno oggi si chiede perché nel nostro paese sono stati utilizzati  metodi coercitivi nella gestione dell’epidemia che ha investito il pianeta, evidentemente si è perso alcuni poco onorevoli sviluppi della politica italiana. Lasciando in sospeso la questione relativa all’uso o, per qualcuno, all’abuso dei DPCM, non credo che prendendo a modello la Svezia saremmo andati molto lontano. È indiscutibile che lavorare per la responsabilizzazione dei cittadini sia un’operazione doverosa ed encomiabile, nonché legittima, ma seguendo anche qui la storia del nostro Paese, ci si accorge subito che la classe politica ha da sempre blandito i suoi elettori con norme che hanno loro lisciato il pelo, per cui non c’è di che stupirsi se i cittadini recalcitrano quando lo Stato fa la faccia feroce,  anche se poi fanno la pace, sapendo che ognuna delle due parti continuerà a fare i propri interessi senza pestare i piedi all’altra! Esemplare, in proposito, è il caso dei  condoni fiscali ed edilizi! Certo il quadro complessivo è sicuramente sconfortante, soprattutto in  considerazione del fatto che pensare che la società civile sia migliore della classe politica che la rappresenta si è rivelata, nel  corso del tempo, un’idea fallace! In conclusione, credo che i cosiddetti negazionisti, o anche soltanto quelli  che sbraitano e si affannano ad attaccare uno Stato che li tratta come bambini, in realtà sono peggio, sono sudditi obbedienti che ogni tanto si svegliano per poi tornare in letargo alla prima strizzatina d’occhio di qualche politico accomodante.