Su sovranismo, populismo ed altro ancora

Comincio a coltivare un sospetto, e cioè che parole come sovranista, populista, complottista, negazionista non siano altro che termini che, affibbiati agli altri, stanno ad indicare  quello che noi non abbiamo il coraggio di ammettere. Parole, cioè, che dette in maniera sguaiata e rabbiosa, corrispondono, in parte, a ciò che noi pensiamo in maniera riflessiva e pacata, forse perché riusciamo a sottrarci alla furia che imperversa sui social. Perché anche i più convinti sostenitori dell’unità europea sanno che l’aver ceduto quote della nostra sovranità all’Europa è, in parte, causa delle difficoltà economiche del nostro paese che, senza rinunciare all’Europa, potrebbe meglio muoversi nelle tempeste economico-finanziarie che periodicamente si abbattono, con esiti talvolta disastrosi, sui ceti medi e meno abbienti a causa delle insensate politiche austeritarie. E allora, dagli al sovranista! E soprattutto al sovranista che c’è in ognuno di noi che osserva con malcelata rabbia il sovranismo olandese che, infischiandosene delle norme europee, o muovendosi al confine di esse, attua il dumping fiscale, questo sì espressione di sovranismo! Perché anche coloro i quali si oppongono alle posizioni politicamente ambigue dei populisti sanno che dentro questo innominabile concetto albergano sacrosante istanze di giustizia sociale, da tempo disattese anche da chi avrebbe dovuto farsene carico. Perché anche chi dà del complottista a chi, nel tentativo di spiegare gli accadimenti del proprio tempo, chiama in causa agenti ed agenzie, non meglio identificate, che muoverebbero le fila di ogni evento di rilievo nello scenario internazionale, sa bene che, ormai, dietro pandemie e/o elezioni si nascondono interessi economici di grande rilievo che condizionano le scelte che riguardano sia le une che le altre. Così come, le attività dei soi disant filantropi e dei sostenitori delle società aperte, oggettivamente funzionano da apripista a politiche di contenimento dei salari e di riduzione dei diritti dei lavoratori. Ed allora, dagli al “complottista”! Anche se sappiamo bene che chi attacca Soros, non lo fa perché ebreo ma perché è, oggettivamente, portatore degli interessi del mondo della finanza! Perché anche chi dà del negazionista a chi si ostina ad affermare che il Covid19 non esiste, sa bene che la scienza non è il luogo sacro delle certezze assolute e che si può e si deve essere critici nei confronti di un esperto o sedicente tale che afferma, nel giro di pochi giorni, tutto e il suo contrario, dando pessima prova di se stesso e rendendo un pessimo servizio alla scienza, nel nome della quale emette, a mo’ di oracolo, discutibili sentenze, mentre la scienza è sempre stata, e sempre dovrà essere, continuo confronto e continua messa in discussione dei risultati raggiunti. Dio ci salvi dagli apprendisti stregoni! Allora, anziché considerare le posizioni di chi non la pensa come noi espressione di stupidità e ignoranza, per rinchiuderci nelle nostre rassicuranti certezze, consideriamole degli stimoli per allargare la nostra visione della realtà ed evitare di abitare in noiose e pericolose “echo chambers”.