Ricordate il processo di Norimberga? Sapete come giustificavano i militari nazisti il loro disumano comportamento? La maggior parte di loro affermava che aveva solo obbedito agli ordini. Erano stati dei bravi soldati. Avevano fatto ciò che andava fatto: obbedire agli ordini. Hanna Arendt ha messo in luce nel suo La banalità del male, in cui riporta il processo, celebratosi a Gerusalemme, al gerarca nazista Eichmann, come il vero pericolo per l’umanità sia l’assoluta normalità di chi perpetra crimini così disumani, la banalità del male, appunto.
La ricerca psicologica ha indagato i meccanismi che rendono gli uomini così disponibili a fare del male ai loro simili. Il più famoso esperimento è quello di S. Milgram di cui si può trovare un interessante articolo su State of mind. Studio comportamentale di S. Milgram.
Sono seguiti altri esperimenti che hanno confermato quanto messo in luce da S. Milgram e cioè come alcuni essere umani messi in condizioni di esercitare un potere su altri esseri umani si spingono fino ad infliggere loro punizioni corporali, obbedendo ciecamente agli ordini che ricevono da quella che essi riconoscono come un’autorità.
Memorabile a tal proposito un esperimento fatto in California da un insegnante, esperimento ripreso dal cinema nel film L’onda.
Questa lunga premessa ha lo scopo di introdurre, per analogia, alcune scelte che vengono compiute in ambito politico.
Sul banco degli imputati in questo caso sono alcuni organismi europei ed internazionali che, nell’arrecare nocumento ad interi popoli, adducono come giustificazione delle loro immorali scelte le regole vigenti a livello europeo e/o planetario, regole ritenute valide a prescindere dalle gravi e tragiche conseguenze che esse hanno sulla vita delle persone.
Il meccanismo che scatta in questi casi è assimilabile a quello sopra esposto, per il quale quando qualcuno, sulla base di alcune norme, è messo nelle condizioni di esercitare un potere sui suoi simili, a volte anche di vita e di morte, si rende disponibile a farlo.
Eclatante esempio, che proprio perché eclatante non viene mai riportato dai media, è quello della Grecia, paese in cui, durante il periodo in cui la Troika si è insediata al potere, sono morti 700 bambini in più rispetto alla normale mortalità della popolazione infantile.
Coloro i quali hanno perpetrato, dalla loro posizione di potere, questo crimine, possiamo definirli i mandanti morali? Sapevano che le loro decisioni avrebbero potuto avere conseguenze fatali sulla popolazione? Sì, lo sapevano.
A perenne memoria, pertanto, rimangano scolpiti i lori nomi:
Jean-Claude Juncker e Olli Rehn (rispettivamente presidente della Commissione e commissario per gli Affari economici e monetari), Mario Draghi (presidente della BCE) e Christine Lagarde (direttore operativo del FMI).