Racconto notturno di Tiberio Artioli Ma a Befana vien di notte? [21:00, 5/1/2021] Tiberio Artioli: La Befana rapita. E’ la vigilia della Befana. Adele e Giulio, molto eccitati, con l’aiuto dei genitori stanno mettendo le calze vicino al camino. Con le scarpe tutte rotte la vecchia, durante la notte, arriverà per colmare di dolci e giocattoli le calze di ogni bambino. Elena, invece, che non ha il camino, posa la calza, molto grande, vicino alla finestra. Giacomo, con grande ingegno, disegna un camino. -La Befana – pensa – è capace di tutto, anche di scendere da un camino finto-. Nella notte i bambini sognano la vecchia Befana con la gerla, in volo sulla sua scopa. Al mattino, appena svegli, Adele e Giulio si precipitano senza un solo pensiero per la colazione, verso il camino del salotto. Che delusione! La calza non è colma, anzi, sembra vuota. Si avvicinano con il cuore in gola, sperando di trovare almeno un piccolo dono, segno del passaggio della Befana. Niente. Nemmeno un pezzetto di carbone. I due fratellini trattengono a fatica le lacrime. Forse sono stati tanto cattivi da non meritare l’attenzione della Befana? Sì, qualche volta non avevano mangiato la verdura. Qualche volta avevano camminato per casa a piedi scalzi. Raramente, ma proprio raramente, ne avevano inventate di cotte e di crude per non lavarsi i denti, infilarsi il pigiama e andare a letto all’ora in cui tutti i bambini ci devono andare. Tutto sommato non erano stati tanto cattivi. Anche i loro genitori rimangono sorpresi. Più tardi, mentre svogliatamente inzuppano i biscotti nel latte, ricevono una telefonata di Elena. Con la voce rotta dal pianto, informa i suoi amici che la Befana non le ha portato nulla. Adele e Giulio telefonano a Giacomo che a sua volta telefona a Daniele. Inizia una catena per via telefonica. In modo concitato si mettono in comunicazione Enrico con Daniele, poi Gaia, Sergio, Brigida e poi ancora tutti i bambini del mondo. Dall’altra parte del mare Atlantico, sulle alte montagne dell’Himalaya, nei deserti africani, nella terra dei canguri, nella Terra dei Cachi, nella lontana Cina, nessun bambino ha avuto i doni della Befana. -Possibile che siano stati tutti cattivi?- S’interrogano i bambini. – Forse si è smarrita? Forse ha la scopa in panne. Forse la Befana si è dimenticata, è già così vecchierella! In un batter d’occhio decidono di andare a cercarla. Prelevano in fretta e furia tanti aerei dai negozi di giocattoli e partono. Un gigantesco stormo s’invola alla ricerca della Befana. Dopo ore di attente perlustrazioni in giro per il mondo vedono, laggiù in fondo, un puntino scuro; avvicinandosi riconoscono la scopa della Befana. Atterrano il più velocemente possibile e, sotto a un albero, vedono la Befana legata e imbavagliata. – Grazie bambini di avermi liberata – dicono la Befana. – Sapete, ieri sera, mentre ero in volo, mi hanno rapita. – Ti hanno rapita! – esclamarono in coro tutti. – E chi è stato? – Guardate lì – indicando un gigantesco masso. I bambini seguono le indicazioni della Befana, e mentre si avvicinano, odono la voce di un vecchio signore che, stonando, canta: Jingle Bells, Jingle Bells… – Giunti dietro il masso rimangono senza fiato. Con tutti i vestiti… e con in mano una bottiglia di vino, quel vecchio signore non è altro che Babbo Natale. Dopo un po’ di smarrimento i bambini chiedono ragione di quello che è successo. Scoprono che causa le troppe richieste dei bambini, Babbo Natale si è talmente stancato che, finito il lavoro, per rilassarsi ha “alzato un po’ il gomito”. E successo che, forse mosso un po’ da invidia per come la Befana, nonostante l’età vola agile nel cielo, ha deciso di rapirla. I bambini perdonano Babbo Natale che però, per punizione decretata dai bambini, non solo dovrà accompagnare la Befana a fare il suo giro per portare i doni nei camini, ma ogni domenica sarà obbligato a portare loro un regalo. Tutti i bambini ricevono così i doni, se pur in ritardo, dalla Befana e nelle seguenti domeniche quelli di Babbo Natale. Dopo qualche domenica i bambini decisero di revocare la pena a Babbo Natale. Un po’ perché era giusto così e un po’ perché di giocattoli i bimbi ne hanno anche troppi. Tutto tornò come prima, fatto salvo una cura ricostituente per Babbo Natale per alleggerirgli lo stress da superlavoro. Infine, nessuno lo sa, ma ora Babbo Natale fa il suo giro più in fretta perché ha due renne in più del solito. Chi gliele avrà regalate? Molto contento, canta… Sono mister Babbo Natale vesto sempre uguale bianco e rosso i miei colori Pesanti per evitar tremori Tutto va bene all’emisfero boreale Un po’ caldo invece nell’australe Giro e conosco tutto il mondo Che è grande e tondo In tanti viaggi mi cimento E mai mi lamento Ora sono un po’ stremato Sì, è vero, la befana ho rapinato Ero giù di morale e ho esagerato col cordiale Or rinsavito sono normale all’amica Befana non faccio più male Insieme per i bambini coopereremo E più regali noi consegneremo In Italia sono nato In Finlandia naturalizzato Poi emigrato negli Stati Uniti Dove m’han colorato i vestiti La Befana va in Italia e Francia Io per l’intero mondo e senza mancia Tenetevela però ben stretta la buona e deliziosa vecchietta [21:01, 5/1/2021] Tiberio Artioli: Buona befana Foto Stretto Web