Se la signora Moratti (a volte ritornano!) dice di affrontare il tema del ridimensionamento della sanità privata senza ideologia, mi preoccupo, perché “senza ideologia” significa, nel linguaggio neoliberista, che i temi vanno affrontati con la lente dell’ideologia dominante. È questo un altro dei frutti avvelenati del “politicamente corretto”, perché qualcuno (sempre troppo pochi) ha capito che, comunque la prendi, una questione è sempre intrisa di ideologia. “Senza ideologia” è il cavallo di Troia con il quale il neoliberismo sfacciatamente ci suggerisce che una volta caduti i muri non rimane che il pensiero unico, quello che ci salverà dalle dittature perché l’unica dittatura, ammessa sottovoce, è quella del mercato, una dittatura dolce che ti dà l’illusione della libertà, che ti inonda di informazione manipolata, salvo poi gridare alle fake news quando si leva qualche voce di dissenso che disturba il manovratore. Ed allora si sprecano le disonorevoli aggettivazioni del tipo “complottista”, “negazionista”, perché in una società resa ormai cieca e sorda tutto fa brodo, purché gli ingredienti li decida chi comanda.
Dopo aver fatto carne di porco del welfare e dei diritti umani, questi ultimi invocati giusto per distrarre dalle cause che hanno prodotto il loro conculcamento, non rimane che rispolverare il sempreverde slogan “privato è bello”, che sicuramente “bello” è, ma solo per chi da decenni si arricchisce grazie a scelte politiche compiute contro la volontà popolare, come magistralmente ci ha insegnato il caso dell’acqua “bene comune”.