Chiusura del quotidiano IL TRENTINO

Era il 1949 quando, assieme ad altri, Rolando Boesso fonda a Bolzano il quotidiano Alto Adige, ed è il 2021 quando Elvio Pederzolli scrive queste righe per “Il mondo che c’è”. In comune queste due persone hanno almeno una cosa: entrambi sono nati a Riva del Garda. Nel 1920 il primo, marinaio e partigiano durante la seconda guerra mondiale, nel 1976 il secondo, poliziotto, storico e animatore di vari sodalizi culturali tra cui l’Associazione Trentino Storia Territorio. Tra loro un mondo che cambia velocemente. Sulle pagine dell’Alto Adige hanno scritto entrambi, invero. Una vita intera Boesso, il tempo di un inverno degli anni ’90 Pederzolli, sicuramente l’unico che si ricorda del suo passato in redazione. Era proprio il secolo scorso, con il telefono a rotella, i primi PC e la macchina da scrivere ancora sul tavolo. E le notizie raccolte sul campo, il fotografo sempre pronto perché le foto erano rare e costavano. Potevano esserci il tenente Colombo, o l’ispettore Derrick, coi loro impermeabili, in un angolo della redazione: non se ne sarebbe stupito nessuno. Nelle lunghe sere invernali, la luce soffusa da sigarette creava un’atmosfera da bisca. Riempire di battute un niente o dover riassumere notizie importanti in tempo zero. Le parole: preziose, più delle foto. AltrI tempi, e la nuova versione del quotidiano Alto Adige per la provincia di Trento, da qualche anno “Il Trentino”, chiude improvvisamente a metà gennaio 2021. Il gruppo Athesia, da anni proprietario della testata e dello storico rivale “L’Adige”, decreta la fine de ”Il Trentino”. Rimane la versione online, per carità. Ma non più la carta, non più il lavoro di 18 giornalisti, non più quello scorrere le pagine al bar, maledicendo il classico pensionato che legge ogni riga, non più la passeggiata sino all’edicola, magari con un genitore. Il tempo. Che cambia. Che corre. Che diventa prezioso. Non abbiamo perso “solo” un quotidiano. Abbiamo perso la misura e il valore del fruscio delle pagine, la capacità di ritagliare un articolo che interessa e conservarlo, non dando valore al tempo. Che, inesorabile, è più veloce di ogni dito che scorre su una tastiera. Abbiamo perso il valore reale del quotidiano.