di Sergio Fanti
Negli ultimi tre anni molte persone si sono avventurate nel mondo del trading richiamate dalla sirena delle criptovalute. Soprattutto Bitcoin, ma anche Ethereum, Ripple, Litecoin, Monero e altre decine di monete hanno attratto molti novizi che si sono fatti accalappiare dal miraggio di un investimento “sempre in crescita”. Purtroppo l’essere umano si rivela sensibile alle promesse ingannevoli, e in questo risiede la colpa di chi perde soldi con Bitcoin o altre cripto. Si tratta di investimenti come tutti gli altri, caratterizzati da volatilità alta e movimenti particolarmente marcati: abbiamo assistito a salite molto ripide, e a discese similari. Il trader deve cercare le oscillazioni, l’alternanza dei trend, non il “guadagno sicuro” che non c’è. E’ bastato che – recentemente – Musk rifiutasse i pagamenti in Bitcoin, per coerenza all’impronta ambientale che si è data, perché avvenisse un importante scossone al mercato delle criptovalute. Pochi giorni dopo, la Cina ha ribadito l’avversione per i sistemi di pagamento decentralizzati, ed è stata sanguinosa discesa per chi ha investito. Sono quindi da abbandonare le speculazioni in Bitcoin? Certamente no! Ma è necessario interiorizzare che si tratta di uno strumento come mille altri, più spettacolare ma non per questo diverso e immune da crolli. Altrimenti si rischia di tornare ai disastri del Nuovo Mercato di inizio 2000, quando tutti investivano nei “titoli di Internet” perché Internet sarebbe stato il futuro. La previsione si è rivelata azzeccata, quegli investimenti invece no: Internet oggi è la nostra vita, e quasi tutti quei titoli non esistono più da tanto tempo.