Le interviste di Marta Lock: Alla scoperta del primo romanzo dell’autrice Daniela Patriarca

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Daniela Patriarca

Il sonno delle mie notti dorme con te è il titolo del romanzo d’esordio di Daniela Patriarca, di cui abbiamo già conosciuto le due successive opere narrative e dunque non potevo non condurvi anche a scoprire il libro dal quale il suo percorso come scrittrice ha avuto inizio. La caratteristica principale di questa autrice romana è quella di dar vita a storie nelle quali il lettore non può fare a meno di ritrovarsi in virtù del suo ambientarle in epoche passate eppure ancora familiari, rievocando gli odori, i sapori, i racconti dei nonni che appartengono al patrimonio culturale di ciascuno; altra singolare peculiarità è quella di non avere quasi mai un vero e proprio protagonista principale poiché le vicende si intrecciano rendendo importanti anche personaggi che apparentemente potrebbero sembrare secondari salvo poi vederli assumere un ruolo sempre più rilevante nello svolgimento della trama. L’essenza più vera e profonda dei romanzi della Patriarca è il passato, quel filo invisibile che lega la contemporaneità alle tradizioni che tutto sommato appartengono a un periodo recente pur apparendo molto lontano, così come ciò che emerge sono i valori, il modo di vivere semplice e al contempo complicato da altri costumi e consuetudini differenti dagli attuali ma non per questo meno ingestibili a volte. Le donne sono sempre forti, coriacee, in grado di resistere alle avversità degli anni e di combattere in ciò per cui credono o che ritengono fondamentale, gli uomini sono spesso sfuggenti, ambigui, in contrapposizione ad altri che invece rappresentano la stabilità, il porto sicuro di cui i personaggi femminili più deboli e fragili trovano equilibrio… oppure certezze laddove gli altri, gli sfuggenti, avevano loro impedito di averle. Ai bambini è spesso affidato il racconto, la capacità di osservare e conservare le parole delle nonne e delle madri da portare con sé per affrontare il loro futuro, quello spesso differente e lontano dai luoghi di origine e in altri casi invece volontariamente stanziale perché per alcune delle protagoniste il cambiamento è sinonimo di dubbio, incertezza che scelgono di non vivere restando dunque legate a ciò che sembra già pianificato e scritto. La bellezza è un altro tema ricorrente nelle opere letterarie di Daniela Patriarca, bellezza che spesso è portatrice di sventura, di infelicità, perché vista con timore dalle altre donne dei piccoli paesi del sud Italia in cui l’autrice ambienta le vicende; il fascino e la sensualità sono considerati pericolosi per gli equilibri familiari e perciò guardati con diffidenza al punto che le protagoniste stesse si insinuano in situazioni destinate a frustrare le loro aspettative proprio in virtù della temerarietà che il loro aspetto infonde loro. Tuttavia il destino sembra spesso volerle punire per la loro avvenenza, inducendole a credere di poter vincere battaglie impossibili che le lasciano disilluse e costrette a ripiegare verso altre scelte le quali, tutto sommato, si dimostrano migliori di quelle che avrebbero voluto ottenere. Nel romanzo Il sonno delle mie notti dorme con te, Giovanna l’apparente protagonista della storia, deve affrontare una vita in solitaria a causa della decisione del marito e condivisa da lei, di cercare fortuna in America portando con sé l’unico figlio maschio e lasciando a lei il compito di crescere le tre figlie femmine, Costanza, Nina e Maria, diverse per caratteristiche e anche per ciò che il destino riserva loro; a questo nucleo familiare che apre il romanzo si allacciano e intrecciano le vicende dei baroni, di stranieri venuti da lontano che riconducono a un destino familiare, e poi ancora ricordi e sofferenze del passato che non smettono di influenzare il presente, così come il presente appare a tratti portatore di dubbi e incertezze. Ora però entriamo nel vivo della trama e delle sue tematiche attraverso la viva voce dell’autrice.

Eccoci di nuovo Daniela, questa volta per parlare del suo romanzo d’esordio, molto avvincente e di cui per la prima volta conosciamo l’ambientazione, la Sicilia. Come mai la scelta di definire il luogo, diversamente dalle sue opere letterarie successive?

Il sonno delle mie notti dorme con te doveva per forza di cose essere ambientato in Sicilia. Il profumo e il sapore delle mandorle, il sole, i paesaggi hanno fatto da cornice allo svolgersi della storia. Nel quadro c’è la vita contadina agli inizi del Novecento, le tensioni di un’epoca frastornata da grandi trasformazioni e sconvolgimenti. E c’è il sogno dell’America, terra lontana, sconosciuta, miraggio per sfuggire a una condizione economica e sociale da cui è difficile uscire e mandare equilibri familiari e perciò guardati con diffidenza al punto che le protagoniste stesse si insinuano in situazioni destinate a frustrare le loro aspettative proprio in virtù della temerarietà che il loro aspetto infonde loro. Tuttavia il destino sembra spesso volerle punire per la loro avvenenza, inducendole a credere di poter vincere battaglie impossibili che le lasciano disilluse e costrette a ripiegare verso altre scelte le quali, tutto sommato, si dimostrano migliori di quelle che avrebbero voluto ottenere. Nel romanzo Il sonno delle mie notti dorme con me,

Giovanna l’apparente protagonista della storia, deve affrontare una vita in solitaria a causa della decisione del marito e condivisa da lei, di cercare fortuna in America portando con sé l’unico figlio maschio e lasciando a lei il compito di crescere le tre figlie femmine, Costanza, Nina e Maria, diverse per caratteristiche e anche per ciò che il destino riserva loro; a questo nucleo familiare che apre il romanzo si allacciano e intrecciano le vicende dei baroni, di stranieri venuti da lontano che riconducono a un destino familiare, e poi ancora ricordi e sofferenze del passato che non smettono di influenzare il presente, così come il presente appare a tratti portatore di dubbi e incertezze. Ora però entriamo nel vivo della trama e delle sue tematiche attraverso la viva voce dell’autrice.

Eccoci di nuovo Daniela, questa volta per parlare del suo romanzo d’esordio, molto avvincente e di cui per la prima volta conosciamo l’ambientazione, la Sicilia. Come mai la scelta di definire il luogo, diversamente dalle sue opere letterarie successive?

Il sonno delle mie notti dorme con te doveva per forza di cose essere ambientato in Sicilia. Il profumo e il sapore delle mandorle, il sole, i paesaggi hanno fatto da cornice allo svolgersi della storia. Nel quadro c’è la vita contadina agli inizi del Novecento, le tensioni di un’epoca frastornata da grandi trasformazioni e sconvolgimenti. E c’è il sogno dell’America, terra lontana, sconosciuta, miraggio per sfuggire a una condizione economica e sociale da cui è difficile uscire e mandare a chi resta a casa le rimesse, cioè i soldi guadagnati nel nuovo mondo. Per Michele però l’America è un’idea che ha “trovato casa come un tarlo accomodato nello stipo”: un sogno diventato un desiderio e poi una realtà.

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I suoi personaggi femminili sono sempre predominanti rispetto a quelli maschili che, a parte qualche caso, sembrano essere comprimari. Qual è il messaggio che il lettore può estrapolare da questo approccio alle storie da lei narrate?

In generale la forza, la tenacia delle donne, il loro modo di restare unite di fronte alle difficoltà, di essere capaci di emanciparsi e al tempo stesso restare le custodi delle tradizioni familiari sono elementi che conosco bene e che mi affascinano. Le donne che, come in questo caso, restano a casa mentre gli uomini sono emigrati, sono capaci di lasciare andare, mantenendo però sempre saldo un capo di quel filo che le lega ai loro amori lontani. Giovanna, addirittura acconsente di lasciar partire marito e figlio, ma “Se tu vai e ti porti via Tommasino, allora io voglio lavorare” Dice proprio “voglio”, non mitiga il desiderio di emancipazione. E Michele, uomo intelligente che cerca in tutti i modi di non rimanere un uomo rozzo e ignorante, non può contraddirla. Alcuni dei personaggi maschili in questo libro, anche se non i protagonisti principali, penso a Michele, a Salvo, allo zio Vincenzo, a Leone o al tenerissimo Mimì, sono però fondamentali e decisivi nella vita dei personaggi femminili. Questo romanzo è una storia d’attesa di cui le donne sono maestre. Giovanna e le sue figlie sono orgogliose della loro identità, sentono l’esigenza di emancipazione e di innovazione ma restano legate alle loro radici, ai doni segreti, alle storie narrate.

Nina rappresenta la bellezza che genera turbamento al punto di farle immaginare un futuro impossibile con il barone, impossibile ovviamente a causa delle origini umili della famiglia della ragazza. Come mai spesso lei associa la bellezza e il fascino agli amori impossibili, alla sorte avversa con cui le più belle dei suoi romanzi sono costrette a fare i conti?

La bellezza può far credere che tutto sia possibile. I sogni di Nina sono occupati dall’amore per il giovane barone e persino lui per un momento immagina che potrà averla per sempre, eppure sa benissimo che non sarebbe in grado di tenere testa alla sua famiglia. Nina capirà d’istinto che la vita non è un “cunto” di pupi. I fili che muovono la sua vita e quella di Vanni sono diversi da quelli dei pupi. Quell’amore impossibile apre la strada a quello che sarà per Nina un amore vero, solido e che non un ripiego.

La piccola Maria eredita dalla nonna un dono che rappresenta l’intuizione, la capacità di andare oltre che nei tempi passati era spesso associata alla magia, a un qualcosa di inafferrabile che sembra liberare da ogni convenzione chi la possiede: Teresa, Marietta, Maria. Quanto è importante, anche nella società contemporanea, essere in grado di avere una spiccata e individuale sensibilità, un proprio punto di vista sulle cose?

Maria è un’attenta osservatrice, sa vedere oltre. Quella che una volta poteva essere considerata una “magheria”, è in realtà il dono empatico di comprendere, di sentire le persone, la natura, così come la nonna o la zia Marietta che segue Leone e le sue affabulazioni in una città bianca lontano dall’isola. Leone è un personaggio maschile assolutamente diverso dagli altri. Una sorta di gigante buono, un incantatore in positivo. Marietta che, come Maria, con il suo modo leggero di stare al mondo, ha bisogno di fantasia, lo segue sapendo che sarebbero stati in grado di realizzare insieme i loro sogni

– penso ai quadri di Chagall -. Maria e la zia Marietta sono personaggi che mi sono particolarmente cari perché rappresentano la leggerezza, la gioia di vivere a volte anche semplicemente con la fantasia.

Questa sensibilità, questo dono potrebbe tornarci utile anche oggi, in questa società spesso priva della capacità di osservare, di comprendere gli altri, di sognare.

Quanto è stato importante questo romanzo per le successive evoluzioni del suo stile scrittorio e anche per la creazione di nuovi personaggi?

Il primo romanzo permette di lasciar fluire le emozioni e a volte siamo quasi impreparati ad accogliere il risultato di quella manifestazione espressiva. Penso ai genitori che hanno il primo figlio. Poi si prendono meglio le distanze. Si impara a gestirle. Forse è per questo che il primo romanzo te lo porti dentro sempre. I personaggi di questo libro hanno, per così dire, bussato alla mia porta. Hanno voluto che li rappresentassi così. Si presentavano e mi raccontavano la loro storia. La prima è stata Giovanna. Voleva parlassi dell’isola, del sogno americano. Della sua pazienza nell’attesa. Di storie da tramandare. E di storia in storia, anche terminato il romanzo, sono venuti gli altri, sempre con un intreccio di più vite da narrare, perché l’esistenza di ciascuno è collegata con quelle degli altri. Sempre.

Il sonno delle mie notti dorme con te

Autore: Daniela Patriarca

Editore: La Conchiglia

Anno di edizione: 2009

Prezzo: € 7,00

Link per l’acquisto: https://www.ibs.it/sonno-delle-mie-notti-dorme-libro-daniela-patriarca/e/9788860910776