Vaccinomania

Si può essere critici nei confronti della gestione del COVID 19 senza essere tacciati di complottismo? Troppe sono le contraddizioni che si possono riscontrare nel modo in cui la politica, col pretesto di salvaguardare la salute dei cittadini, ha fatto strame di alcuni fondamentali diritti  costituzionali, aiutata in questo, come sempre, dall’informazione che ha dato voce a un solo partito, quello del vaccino a tutti i costi.

Addirittura un giovane che andava in giro col megafono ad urlare che il covid non esiste è stato sottoposto ad un TSO. Tutto normale.

Potremmo cominciare col dire che il virus ha trovato la sanità italiana già devastata da politiche ispirate alla logica del risparmio della spesa. Ci siamo assuefatti all’idea che i soldi per la sanità siano una spesa, senza avere il coraggio di dire che in una democrazia i soldi per la salute dei cittadini sono un investimento.  E già questo rappresenta un cambio di prospettiva che nessuno più osa proporre. Ma ci hanno abituati ad accettare le leggi del mercato al punto che le consideriamo leggi ineluttabili, alla stregua di leggi naturali.

Dopo una grancassa mediatica senza precedenti, degna di un battage pubblicitario, ci hanno proposto i vaccini come la soluzione del problema. Ma poco a poco, consci di averla sparata grossa, sono cominciati i distinguo. Beh, i vaccini veramente non risolvono del tutto. Si va per tentativi. Ah, ecco! Anche perché voci autorevoli cominciavano a fare il paragone con la ricerca del vaccino per l’AIDS che presenta analogie col COVID19, relativamente alla loro mutevolezza. Come si pensa di trovare un vaccino per questo nuovo virus quando ancora si arranca per trovare quello contro l’AIDS, si chiedeva qualche scienziato?

Sì è vero, però siamo fiduciosi, rispondevano le case farmaceutiche. Vedrete che vi stupiremo con effetti speciali. In un anno con sforzi sovrumani riusciremo a fare una sperimentazione che solitamente richiede cinque anni. Ah, ecco. State dicendo che faremo da cavie. 

Poi arrivano ben quattro vaccini, di cui si sa poco, e  comincia la campagna vaccinale. Qualcuno, nonostante la strombazzata unità d’azione dell’Europa, li compra sottobanco. Evvabè!

Poi uno di questi vaccini comincia a mietere vittime. I numeri sono ballerini. Fino ad arrivare ad oggi, quando i telegiornali annunciano che su 6,8 milioni di vaccinazioni sono solo 4 i casi di morte correlabili al vaccino. E chi vuole crederci, ci creda. 

Che fare? Forse è meglio non utilizzare più questo Astrazeneca. E chi ha fatto la prima dose? Ideona! La seconda dose la facciamo con un altro vaccino. Ma siamo sicuri che è una buona idea? Qualcuno dice: la miscela di due vaccini aumenta la copertura vaccinale! Su che base viene affermato ciò? Nessuna! Mi sa che qui si naviga a vista. 

In una sorta di furia vaccinale, come un novello Antonio Albanese, un generale annuncia: “Più vaccini per tutti”,. Anche per i più giovani. 

Ed allora succede l’irreparabile. Una ragazza di 18 anni muore dopo il vaccino. E qualcuno si chiede: ma era proprio necessario abbassare il livello dell’età considerato che i giovani riescono benissimo a superare il COVID 19 senza particolari problemi di salute? Però bisogna pur venderli questi vaccini. Ah, ecco qual è il vero problema. Big Pharma comanda e la politica obbedisce. E il filantropo Bill Gates se la ride.

Poi i potenti del mondo si incontrano in Cornovaglia senza indossare la mascherina. Hanno forse deciso che è il momento di farla finita con questa fiction