Il Mattarella che non ti aspetti

di Sergio Fanti

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Immenso Mattarella. Presente alla finale e protagonista della giornata al Quirinale. La sua accoglienza agli azzurri è stata elegante, composta come impone il ruolo, ma anche spiritosa e appassionata.

Un discorso a braccio, semplice e spigliato nelle sue imperfezioni. Nessun foglietto, il leggio come punto di riferimento nello spazio. Un discorso che tradisce l’amore per il calcio e la conoscenza dei giocatori. Ha avuto parole per (quasi) tutti, e l’umanità apprezzabilissima di parlare di Astori come facente parte del gruppo. Ha ringraziato Vialli per gli attimi di emotività traboccante, in quelle che rimarranno probabilmente le foto più belle a ricordo dell’Europeo: le esultanze con Mancini come dopo i loro gol di tanti anni fa, e gli abbracci e le lacrime finali, a trofeo conseguito, come in una catarsi purificatrice.

Divertente e imprevedibile Mattarella anche nell’ultimo saluto, quello a Spinazzola, che pur con le stampelle zampettava più degli altri al momento della premiazione. Molto mirato e intenso anche il ringraziamento a Mancini. Davvero una bella prova del Presidente. Da quarant’anni ormai sentiamo rimpiangere Pertini e la sua esuberanza ai mondiali del 1982. E’ il momento di guardare al presente: Mattarella non è stato da meno. Altro stile, altro carattere, non si tratta di fare paragoni, ma di apprezzare il fatto che abbiamo un Presidente che ha mostrato l’agilità di un giovane commentatore sportivo e che ha saputo miscelare il suo intervento tra battute divertenti e intensità. Un momento che sicuramente rimarrà indimenticabile per tutto lo staff azzurro, e che lo ha ripagato della levataccia assurda del dopo partita. Alle 6 l’aereo azzurro è sbarcato a Roma, e la fatica del pochissimo tempo dedicato al riposo era visibile sotto gli occhi dei protagonisti.

(foto tratta da dagospia.com)