Piuttosto che scandalizzarsi per le parole che ha usato il giornalista Travaglio a proposito delle competenze, tutte da dimostrare, da parte del Presidente del Consiglio, in materia di giustizia, sanità e realtà sociale, le innocenti anime belle farebbero bene a porsi qualche semplice domanda sul perché a quelle parole sono seguiti scroscianti applausi da parte di una platea raccolta all’interno di un’iniziativa voluta da Articolo Uno, un partito politico che appoggia il governo e che quindi ne condivide le scelte. Ma molti giornalisti si pongono sempre le domande sbagliate perché quelle giuste richiederebbero delle riflessioni che, a questo punto, non sono più sicuro se sono in grado di fare. Tutti a buttarla sul patetico: come se il povero Mario Draghi, ragazzo precocemente orfano di padre, che ha dovuto rimboccarsi le maniche e prendere in mano le sorti della famiglia, fosse al di sopra di ogni sospetto e lo tenesse lontano da ogni possibile critica del suo operato, da adulto. Al contrario, se è vero che è passato da questa triste esperienza, per la quale abbiamo assoluto rispetto, non si comprende, a fortiori, la naturalezza con cui ha partecipato al massacro della Grecia, o come sia passato e continui a passare come un treno, non solo sulla salute delle persone, con i continui tagli alla sanità perché l’Europa ce lo chiede, con i privati che guardano a lui come un faro, un banchiere tristemente noto per la teoria del pilota automatico, ma anche sul bisogno di giustizia di chi non ha santi in paradiso, con una abominevole (si può dire?) riforma che fa piazza pulita di quello che rimane dello stato di diritto. (Suggerimento non richiesto: che ve ne pare di mettere dei soldini per fare funzionare la giustizia?).
Di fronte alle oscenità di un’Europa che con le sue politiche austeritarie semina morte e povertà (ricordate sempre che, stante la Troika, in Grecia sono morti 700 bambini in più rispetto al passato, bambini che gridano vendetta) è normale scandalizzarsi per una parola forte, usata da un giornalista per esprimere in maniera risentita il suo disaccordo rispetto alle scelte politiche di chi guida il governo e che in quanto tale se ne assume la responsabilità? O forse il problema vero è che in Italia puoi scherzare coi fanti, forse anche coi santi, ma non sia mai che si scherzi con i banchieri!