Per una scuola sicura, aprite le finestre

Se tutto quello che si pensa di fare per la scuola è tenere aperte le finestre delle classi, siamo oltre la frutta: siamo al dessert! Nonostante i toni trionfalistici cui ci ha abituati questo governo, l’unica idea partorita dal ministero è di tenere aperte le finestre delle aule! Mi sono, così, immaginato, il Cdm con il Ministro dell’istruzione che si alza e, con voce sicura, dice: Da mesi, cari  colleghi, dibattiamo a vuoto su come evitare la tanto deprecata “dad”. Ma quali trasporti, ma quali classi pollaio, non è  così che si combatte il Covid19,  la concreta risposta ai problemi della scuola è l’apertura delle finestre! E, particolare non indifferente, tutto a costo zero, evitando così di dare un dispiacere ai sostenitori della riduzione della spesa pubblica, che si aspettano da noi lo sporco lavoro di  feroci guardiani del rapporto deficit/pil! 

A dare credito ai titoli di alcuni quotidiani del tipo “come cambia la scuola” sembra che, finalmente, si sia alla svolta decisiva in quel campo minato che è ormai la didattica nel nostro paese, mentre appare chiaro che nessuna novità strutturale è all’orizzonte, per un rientro sicuro nelle classi. A meno che, tenere aperte le finestre delle aule non sia considerata l’unica rivoluzione possibile. 

Leggendo mi andavo ponendo alcune domande. Mi chiedevo, cioè, se questa brillante idea potesse essere spiegata attraverso il ricorso alla scienza psicologica, non avendo, a mio parere, nessun fondamento dal punto di vista politico, se non confidando nella sperimentata acquiescenza degli italiani. Giuro non è stato facile, ma, alla fine, ho trovato la spiegazione: quello che cercavo era il  cosiddetto “effetto Dunning-Kruger” che consiste nel sopravvalutare le proprie abilità. Rientrano in questa categoria di persone coloro  che sono “affetti da quella che è chiamata “metaignoranza” (David Dunning, 2011), nel senso che la loro ignoranza rende impossibile per loro comprendere che sono ignoranti”.(1)

I cosiddetti bottom performers o incompetenti, “non solo si valutano in maniera molto lusinghiera ma non hanno idea dell’ampiezza del settore in cui ritengono di essere esperti. È quindi la non conoscenza della propria non conoscenza che risulta dannosa”.(2)

Calza a pennello, mi son detto! Mi ero convinto che funzionava. Anche perché si applicava benissimo ad altri ministri. Il generale Figliuolo, ad esempio, che forte della sua divisa, ha dapprima annunciato sfracelli, salvo poi, rientrare in una grigia ordinaria amministrazione. Riflettendo più a fondo, ho capito, però, che la spiegazione attraverso l’effetto “Dunning-Kruger” da sola non bastava. Affinchè essa fosse completa era necessario un altro passaggio per farsi un’idea corretta di quanto accaduto. Avere sopravvalutato le proprie capacità, in fondo, mi sono detto, non era solo colpa dei politici, se è vero, come è vero, che è stata buona parte del popolo italiano ad attribuire loro il titolo di “Migliori”. Era la periodica ricerca da parte degli italiani dei “salvatori della patria” a far sì che si attivasse l'”effetto Dunning-Kruger”, al punto che  anche a squallidi personaggi della politica  viene, a volte, riconosciuta una immeritata superiorità che viene sfruttata per dare  corso a scelte antipopolari che hanno il sapore della beffa. 

1. “L’effetto Dunning-Kruger” di Ciro D`Ardia pubblicato on line il 7 luglio 2021 in State of Mind. Il giornale delle scienze psicologiche.

2. Ibidem