Vaccino di lotta e di governo

Ho osservato con attenzione gli schieramenti che si sono venuti a formare a proposito delle scelte politiche relative al Covid19. Devo confessare che sono rimasto stupito di fronte al quadro che man mano mi si presentava davanti. Si è verificato, infatti, in occasione della pandemia, una sorta di ribaltamento delle posizioni politiche che ci si attenderebbero. Infatti sempre generalizzando, come è necessario quando si indagano fenomeni di vaste dimensioni, una parte della destra si è schierata, pur stando dentro al governo, a difesa della libertà di scelta ma, come sempre, lo ha fatto assecondando gli umori della piazza, senza mettere sul tappeto motivazioni di carattere giuridico-costituzionale e limitandosi a richiedere tamponi gratuiti per i non vaccinati. La Lega, che ha il problema di blandire la propria base sempre più attratta dall’opposizione di FdI, deve cercare in tutti i modi di marcare la distanza da questo governo e, per l’occasione, sembra avere riesumato un vecchio slogan della sinistra degli anni Settanta: partito di lotta e di governo.

I partiti di centro e di centro-sinistra hanno invece optato, con sfumature diverse,  per l’obbligo vaccinale. Ma un gruppo, composto da persone il cui pensiero è riconducibile a posizioni critiche motivate da analisi più o meno raffinate, e che una volta sarebbe stato composto, perlopiù, da intellettuali di sinistra, ha scelto di contestare le misure del governo che, a loro parere, hanno inferto un duro colpo alla nostra Costituzione, ricorrendo a imposizioni da essa non contemplate.

Ho volutamente tenuto fuori sia i cosiddetti no-vax,  per la loro posizione di intransigenza e di scarsa disponibilità al dialogo che, comunque, va detto, non è stato punto favorito dal governo e dalla stampa che li hanno attaccati a testa bassa, sia quelli che, pur possedendo gli strumenti per evitare di fare scadere il dibattito a livello di scontro, si sono schierati per l’obbligo vaccinale. Fra questi dobbiamo, purtroppo, annoverare  figure di un certo spessore culturale, come U. Galimberti, da cui ci saremmo aspettati un minimo tentativo di argomentazione e che, invece, hanno assunto posizioni tranchant, considerando pazzo chi non accetta di vaccinarsi e prendendo addirittura in considerazione l’ipotesi di ricorrere ai TSO.

Il quadro che ho esposto si è adesso, aggiungerei purtroppo, arricchito in seguito alla posizione assunta dal primo ministro che ha buttato lì, con nonchalance, la possibilità di ricorrere per legge all’obbligo vaccinale, proposta  che, per quanto folle, ha il merito di squarciare il velo di ipocrisia che finora ha caratterizzato la posizione dell’attuale esecutivo. 

Sul perché di questa uscita del Migliore tante ipotesi si potrebbero fare, ma preferisco lasciare al lettore questo divertente passatempo.