Sarebbe giusto che qualcuno mi spiegasse la ratio che sottende alla decisione del governo di rendere obbligatorio il green pass per i treni a lunga percorrenza, mentre non lo è per i treni locali, come se su questi ultimi il virus abbia deciso di non viaggiare. A occhio e croce mi parrebbe più logico il contrario, essendo i treni locali quelli in cui si ammassa un più elevato numero di persone per raggiungere il posto di lavoro.
L’unica spiegazione che sono riuscito a darmi si basa sul principio pratico secondo il quale tutte le regole che potrebbero creare un problema a chi deve applicarle vanno, per quanto possibile, evitate, anche se questo crea dei cortocircuiti logici.
È questa una delle tante incongruenze che gettano insidiose ombre sulla capacità del governo di contrastare il virus.
Ma ancora altre perplessità si aggiungono. La decisione, per esempio, di ridurre l’accesso dei passeggeri sugli autobus, che potranno contenere l’80% della normale capienza. Anche in questo caso non mi pare che sia adeguatamente tutelata la sicurezza, essendo la riduzione del 20% insufficiente a garantire un congruo distanziamento. Relativamente all’aumento del numero delle corse l’ultimo decreto si limita ad auspicarlo fortemente. In compenso vengono previsti controllori preposti all’accertamento del rispetto delle norme vigenti.
Altra certezza dell’economista ministro dell’Istruzione è che le classi-pollaio non sono un problema interessando solo il 3% delle classi. Purtroppo però non ci viene detto che questo calcolo viene fatto considerando classi-pollaio quelle da 28 alunni in su. Da 27 in giù tutto sotto controllo! O no!
E, anche qualora si volesse essere magnanimi e riconoscere che il ministro ha pensato di assumere docenti per evitare le classi-pollaio, ha dimostrato, comunque, di non essere addentro ai problemi della scuola, sebbene dichiari di esserne un conoscitore (sub specie confindustriae), in quanto il reperimento dei locali per formare nuove classi è un problema che non può essere risolto tra agosto e settembre. Se c’è una vera volontà in questa direzione lo vedremo monitorando quello che il ministero metterà in campo nei prossimi mesi, cruciali per non farsi trovare impreparati per l’inizio del prossimo anno scolastico.
Ma a tutto c’è una spiegazione. Qualunque sia la soluzione dei problemi, deve possedere la caratteristica di essere a costo zero, particolare molto importante per un governo sotto la lente dell’Europa, apparentemente preoccupata per la salute dei suoi cittadini, ma in realtà concentrata unicamente sul rapporto deficit/pil.
Come si può ben vedere i numeri diventano, in mano ai politici, uno strumento di propaganda e non qualcosa su cui ragionare tenendo presente il bene della collettività. Un treno a lunga percorrenza di qua, un 80% di capienza di là e un 3% calcolato ad usum Delphini ed il gioco è fatto! Dormite sonni tranquilli, i Migliori vegliano su di voi!