Covid19 e spesa pubblica

Da un esecutivo che afferma ad ogni piè sospinto di avere a cuore, sopra ogni cosa, la salute dei suoi cittadini ci si sarebbero attesi comportamenti conseguenti.

Si sarebbero dovute intraprendere azioni precise per mostrare, nei fatti, questo improvviso interesse per la salute. Per esempio, dopo la prima ondata che ci ha trovati colpevolmente impreparati, una corretta risposta sarebbe stata  quella di iniziare a ricostruire la rete di presidi ospedalieri smantellati nel corso degli ultimi decenni. Ma mi rendo conto che questi sono pensieri propri di un’anima bella che non vuole arrendersi all’imperante mercificazione di tutti i settori della vita, pubblica e privata. Ammetto, inoltre, di non essere un bravo europeo, non essendo disponibile a piegarmi ad una logica che mi appare distante anni luce dal Manifesto di Ventotene. 

Poteva essere un buon modo per far sentire la politica vicino ai cittadini, che hanno assistito impotenti, anno dopo anno, alla sottrazione di risorse che venivano destinate alla sanità privata a danno di quella pubblica, grazie a finanziarie scritte sotto la dettatura dell’Europa. A questo proposito la politica sanitaria della Regione Lombardia è paradigmatica di questa ormai abusata strategia.

A sentir parlare personaggi come Cottarelli, con quel suo linguaggio rassicurante e quel suo insistere sulla “razionalizzazione” della spesa, sembrerebbe che l’ economia coincida esattamente con l’equilibrio dei conti pubblici. In realtà c’è ancora uno sparuto gruppo di persone che, come me, pensano che l’economia sia una scienza sociale e non una scienza neutra fatta solo di tecnicismi e fredde cifre. 

Particolarmente utile, in questo periodo di pandemia, poteva risultare, poi, potenziare gli interventi di cura domiciliare, in modo da decongestionare le strutture pubbliche. In questo modo si sarebbe ottenuto un risultato particolarmente significativo, e di cui poco si parla, ovvero la possibilità di garantire le cure a tutti quei pazienti che hanno dovuto rinunciare a visite importanti, penso per esempio ai pazienti oncologici. Uno studio, realizzato utilizzando un modello matematico, ha confermato quanto da più parti si paventava, e cioè che molti pazienti sono deceduti o per via del fatto che a causa del Covid19 sono state annullate visite ed interventi o perché, volontariamente, hanno deciso di non recarsi presso gli ospedali per paura di contrarre il virus.

E che dire del problema del trasporto pubblico che, ancora dopo due anni, continua ad essere al centro delle discussioni sulla sicurezza, ma senza una, dico una, misura atta a scongiurare gli affollamenti che si formano dentro gli autobus e le corriere.

Come sempre la politica, dietro il paravento della impossibilità di sforare i tetti di spesa, soggetti al ferreo controllo dell’Europa, che al massimo concede prestiti a strozzo, si autoassolve e scarica sui cittadini il peso della responsabilità, inducendoli a sentirsi colpevoli se non si sottomettono ai diktat sanitari di cui il green pass è il più eclatante degli esempi.

Interessante in proposito quanto accaduto in Israele dove, durante un fuori onda, il ministro israeliano della Sanità parlando con la collega degli Interni le ha confidato che il pass, escogitato dai governi, ha come unico obiettivo quello di convincere gli indecisi a vaccinarsi, non essendovi nessun motivo medico o epidemiologico che lo giustifichi. 

E allora, politici senza più vergogna, se proprio volete essere credibili e uscire dall’ambiguità in cui continuamente stazionate, abbiate il coraggio di ammettere che avete svenduto la sanità, e che questo improvviso interesse per la salute non è altro che la foglia di fico utile solo a coprire la vostra sudditanza nei confronti di chi, nonostante la grave crisi planetaria, continua a proporre e a imporre politiche austeritarie, di cui il nostro premier è da sempre ispiratore, che stridono in maniera evidente con la finta volontà di combattere il virus.