La Costituzione del ’48 ai tempi del Covid19

La questione sta assumendo contorni inquietanti. I sostenitori dell’obbligo vaccinale, sia a destra che a sinistra, con toni sempre più violenti, stanno lavorando ai fianchi la nostra Costituzione per cercare di far passare un principio inammissibile: far pagare le cure ai pazienti malati di Covid19 che non hanno acconsentito a farsi inoculare il vaccino.

Come in altra sede sostenuto, si tratta di una proposta irricevibile in quanto si scambia un diritto, costituzionalmente garantito, per una concessione, principio degno di una carta ottriata e non di una carta nata dalla lotta contro il fascismo, carta condivisa dai Padri costituenti che rappresentavano tutti i partiti che avevano partecipato alla lotta partigiana. 

In maniera subdola si sta usando l’emergenza sanitaria per un attacco senza precedenti alla nostra Carta  costituzionale.

Si sta, infatti,  avverando il sogno di chi da sempre mette in discussione i fondamenti della nostra comunità, di chi non ha mai accettato che ci sia stato alla base della Legge fondamentale dello Stato un compromesso tra diverse ideologie e che pertanto trattasi di un pastrocchio indegno di rappresentare la volontà  del popolo italiano. È, quantomeno, peregrina l’idea che un documento così importante non preveda dei compromessi, poiché solo le Costituzioni dei regimi dittatoriali non li prevedono, essendo emanazione di un potere che non riconosce i fondamentali diritti di libertà e qualunque forma di opposizione ad esso.

Più precisamente non viene accettato che a quel tavolo si siano seduti partiti che si ispirano all’ideologia socialista e comunista. Fa specie che a partecipare a questa scellerata demolizione si prestino coloro i quali dovrebbero difendere  a spada tratta i principi su cui si fonda la nostra Costituzione, ed in particolare i primi 12 articoli che, secondo il parere della stessa Corte Costituzionale non sarebbero modificabili attraverso lo strumento delle leggi di revisione costituzionale, di cui all’articolo 138.

Che essa si possa modificare è fuori discussione, tanto è vero che, p.e., è stato introdotto il principio, peraltro discutibile, del pareggio del bilancio (art. 81). 

Pertanto, se c’è ancora una speranza di poter vivere nel futuro in una società sinceramente democratica, si facciano avanti i codardi prezzolati che, con l’alibi della difesa della salute, stanno demolendo quello che è riuscito, a questo punto direi fortunosamente, a salvarsi dalla furia incontenibile non solo dei nostalgici di tutti i fascismi, ma anche  dei finti antifà, di cui, purtroppo, abbonda la nostra società.