Nel giorno della manifestazione antifascista a sostegno della CGIL, vittima dell’attacco del gruppo di destra Forza Nuova dei giorni scorsi, arriva, maledettamente puntuale, la notizia di un altro operaio morto sul lavoro. No, non c’è da preoccuparsi, non è un fatto talmente grave da richiedere una grande mobilitazione, è solo l’effetto collaterale di un sistema che ha fra le proprie priorità la salute e la vita delle persone, ma solo nel caso di pandemia. Per tutti gli altri casi, come la morte quasi quotidiana di operai e lavoratori, non è il caso di allarmarsi, Bonomi potrebbe dispiacersi.
Credo, allora, che la battaglia antifascista per eccellenza, oggi, sia quella contro questo governo che insiste ad agire in difesa del capitale, caratteristica questa dei regimi fascisti, che hanno trovato e trovano sempre i loro alleati preferiti nella grande industria e nella finanza, come ci insegna il favore con cui fu accolto il fascismo dalla famiglia Agnelli.
Non mi risulta che sia in preparazione una manifestazione antifascista a difesa dei lavoratori sempre più colpiti dalle morti bianche, morti che dovrebbero essere al primo posto nell’agenda di un sindacato che è nato con il preciso scopo di difenderli. Ha dell’incredibile che i sindacati confederali non si rendano conto dei reali bisogni della gente comune, alla quale la pregiudiziale antifascista, in un momento in cui lo strisciante fascismo delle scelte di politica economica sta azzerando secoli di conquiste sociali, appare un’arma di distrazione di massa, un volere spostare l’attenzione della pubblica opinione dalle scelte scellerate che continuano a pesare in maniera sempre più insostenibile sui ceti popolari e i ceti medi sempre più indifesi, alla lotta antifascista contro i gruppi di destra che attaccano la sede di un sindacato e che per volontà di una ministra possono agire indisturbati perchè, a dir suo, l’intervento delle forze dell’ordine avrebbe potuto causare violenze (sic!). Quando dici i Migliori!
Questo desolante quadro di morte della democrazia trova la sua sponda nei quotidiani inni di gloria in onore del Banchiere che, come a voler suggellare la necessità di una pax sociale, utile solo al potere economico, abbraccia il segretario del maggiore sindacato dei lavoratori che, anziché ritrarsi, sembra ben contento di questo abbraccio mortale.
È necessario riportare tutte le occasioni in cui i sindacati avrebbero dovuto fermare lo scempio perpetrato a danno della classe operaia, a cominciare dall’articolo 18 fino al Jobs Act, per arrivare all’immobilismo sulle morti bianche, che gridano vendetta?
A quando, cari antifascisti, la rinascita delle corporazioni?