SuperMario non ha bisogno di fondare un suo partito e neanche di aspirare al Quirinale perché, uno come lui, fonda direttamente uno Stato nuovo da cui, in primis, vengono banditi i partiti, anzi no, i partiti li lasciamo, ma come un abbellimento esteriore, giusto affinché non si dica che siamo in una dittatura. E, come avviene ormai in tutti gli stati sedicenti democratici, la stampa non ha bisogno di essere censurata, ci pensa da sola a sostenere il nuovo “capo dello Stato” che, confidando nella compiacenza di una compiaciuta Europa, decide cosa fare del suo paese. E poi, vuoi che non si trovino tanti utili idioti pronti a salire sul carro del vincitore per venire in suo soccorso?
Ma Lui è bravo perché con qualche piccola elemosina agli sfibrati italiani riesce a convincerli che è giusto così e chi non ci sta, come avviene in tutti gli stati “democratici”, è giusto che sia attaccato dalle forze dell’ordine, un ordine che risponde agli ordini di un banchiere che è stato investito dall’alto del potere politico e di quello economico, senza nemmeno passare, come da un pò succede in Italia, dal voto popolare, inutile residuo novecentesco che faremmo meglio ad eliminare per rendere palese quanto conti la volontà popolare nelle democrazie occidentali.
Valga come nuovo paradigma politico quanto accaduto a proposito dell’ultimo DPEF che il parlamento (rigorosamente in minuscolo) non ha nemmeno la possibilità di consultare.
E il pensiero corre subito a quelli che dovevano aprire il parlamento come una scatola di tonno e che ora votano un documento così importante a scatola chiusa.
E la libera stampa? dirà qualcuno. Se cercate la libertà è inutile guardare da quella parte forse è più facile che la troviate nelle piazze così antidemocratiche che c’è bisogno di infiltrarci qualche fascista, che non sarebbe dovuto trovarsi lì, per delegittimarle e poter così correre sotto l’ombrello, sempre utile alla bisogna, dell’antifascismo di maniera!