I 900 colpi. Storie di ordinari licenziamenti

L’uomo che morde il cane è  il classico esempio di notizia giornalistica, al contrario del cane che morde l’uomo che, essendo un normale evento, non merita gli onori della cronaca.

A partire da questa premessa, propongo e pongo la domanda: dov’è la notizia se scrivo che Vishal Garg, il CEO della società di mutui americana BETTER ha licenziato 900 dipendenti utilizzando la piattaforma Zoom? Non stiamo parlando di 900 dipendenti che licenziano il CEO dell’azienda in cui lavorano, ma di una delle operazioni più normali dei nostri tempi: licenziare i propri dipendenti. È forse il numero che impressiona? O forse il modo? O tutti e due?

“È la seconda volta nella mia carriera” ha detto il CEO, “che faccio una cosa che non voglio fare. L’ultima volta, ho pianto”.

E immediatamente la memoria va alla professoressa Fornero che, annunciando la macelleria sociale che il governo di cui faceva parte stava perpetrando, pianse. 

Dunque, niente di nuovo sotto il sole. Esiste un copione già collaudato che non conosce confini. 

Lo stesso stupore destò qualche mese fa la notizia del licenziamento di 152 operai della Gianetti Ruote attraverso il social Whatsapp. Infatti non destò indignazione il fatto che dei padri di famiglia venivano gettati sul lastrico ma il modo in cui ciò avveniva. Perché, se è vero che il sistema iperliberista è quanto di peggio si sia realizzato nella  storia dell’Occidente, è anche vero che un minimo di bon ton bisogna mantenerlo! Fu il ministro Giorgetti che, nel farsi portavoce di questa lamentela, allora ebbe a dire: “Purtroppo è inevitabile che queste cose accadano, però non possono accadere in questo modo, perché noi abbiamo in mente di fare il West non il far west”. Perbacco! 

Di cosa è indizio, dunque, questo stupore? Parrebbe di un residuo di umanità. In realtà è l’ennesima prova dell’ipocrisia dilagante, quella falsa pietà  che diciamo di provare nei riguardi dei migranti annegati nel Mediterraneo o che si trovano al confine fra Bielorussia e Polonia, che anziché spingerci a fare qualcosa per toglierli da quella situazione di sofferenza, alimenta tifoserie da stadio. Chi sta dalla parte della Bielorussia e chi dalla parte della Polonia, senza che nessuno si preoccupi di stare dalla parte dei migranti che continuano a stazionare al freddo e senza cibo in condizioni disumane. 

Intanto i migranti continueranno a morire e i CEO continueranno a licenziare senza alcuno scrupolo e noi, riprendendo il titolo di un film in questo periodo nelle sale cinematografiche, come str… stiamo a guardare!