Dalla Terra alla Luna – Parte III: L’allunaggio

Il viaggio di avvicinamento fu come da programma e i tre astronauti americani arrivarono in prossimità della Luna. Dopo il distacco del LEM con a bordo Neil Armstrong e Edwin Eugene “Buzz” Aldrin, Michael Collins a bordo del modulo di comando e servizio “Columbia” si mise a orbitare intorno al nostro satellite.

Mentre il modulo lunare “Eagle” si avvicinava al suolo lunare, il computer del LEM iniziò ad avere qualche problema e Armstrong si accorse che erano fuori dalla rotta prevista per l’atterraggio. Il giovane ingegnere della NASA Steve Bales (1942- ), dopo aver analizzato il problema insieme ai suoi colleghi, decise che la missione poteva continuare. Armstrong disinserì quindi il pilota automatico e guidò lui il modulo alla ricerca di un nuovo punto dove poter atterrare. Alle ore 20:17 UTC del 20 luglio 1969 il modulo lunare atterrerà con soli 10” di carburante rimasti. Quei secondi saranno tutto ciò che Armstrong e Aldrin avranno per poter ripartire. A questo punto la prima cosa da fare è controllare se il LEM ha subito qualche danno, perché l’aggancio con il modulo di comando e servizio può avvenire solo entro tre finestre temporali e una di queste è fissata poco dopo l’atterraggio. Il controllo conferma che il modulo non ha riportato danni e quindi il pensiero se il carburante sarà sufficiente al lancio per il rientro può aspettare.

Finalmente, dopo tanti anni di lavoro e sacrifici, è giunto il momento di… aprire il portello. Armstrong inizia a scendere dalla scaletta ma, prima di lasciare l’ultimo scalino del LEM, saggia il terreno come a volersi assicurare che reggerà il suo peso. A questo punto pronuncerà la frase: << That’s one small step for a man, one giant leap for mankind. >>.[1]

Alle ore 2:56 UTC del 21 luglio Armstrong effettuerà la prima passeggiata lunare. Poco più tardi sarà la volta di Aldrin.Le attività extraveicolari dei due astronauti dureranno poco più di due ore. In questo lasso di tempo vennero raccolti campioni di suolo lunare, fatte fotografie, piantata la bandiera americana e posizionato alcuni strumenti scientifici, tra cui un sismometro e un riflettore.

L’astronauta Aldrin lasciò sul suolo lunare alcuni simboli: il distintivo dell’equipaggio dell’Apollo 1, un medaglione in memoria dei cosmonauti russi periti nello spazio, un disco con i messaggi di 72 leader mondiali e un ramo di ulivo, segno di pace, facente parte dello stemma della missione. Prima di rientrare nel modulo verrà lasciata sul suolo lunare una targa per commemorare l’evento. L’incisione recita: << Here men from the planet Earth first set foot upon the Moon – July 1969, A.D. – We came in peace for all mankind. >>.[2]

Per risparmiare peso al decollo, Armstrong e Aldrin butteranno fuori dal LEM sia le soprascarpe che i pesanti zaini. A questo punto un imprevisto si presenterà. I due astronauti scopriranno che la levetta di accensione del modulo è spezzata e al suo posto rimane solo un foro. Aldrin deciderà così di utilizzare una penna, che conserva ancora, per fare contatto.

Il motore si accenderà e, fortunatamente, il carburante rimasto sarà sufficiente a permettere il distacco della capsula con i piloti dalla restante parte del LEM.

Il rendezvous in orbita lunare sarà un successo e il 24 luglio alle ore 16:50 UTC, i tre astronauti termineranno la missione atterrando, sani e salvi, a nord dell’Oceano Pacifico. Qui arrivarono gli elicotteri per il recupero insieme ai sommozzatori e al medico. Gli astronauti vennero portati a bordo della portaerei americana USS Hornet per iniziare la quarantena all’interno del modulo preposto. A bordo si trovava anche il Presidente americano Richard Nixon (1913-1994)[3] per accogliere personalmente gli astronauti.

La Missione Apollo 11 è la prima ad avere portato a termine l’allunaggio ma il Programma Apollo continuerà fino al 1972 portando altre 5 missioni (Apollo 12, 14, 15, 16 e 17) sulla Luna. Durante queste missioni gli equipaggi compiranno esperimenti scientifici e raccoglieranno molti campioni. Ognuna delle ultime tre missioni ha visto anche l’utilizzo di un rover lunare che ha permesso di compiere molti più rilevamenti e campionamenti.

Cosa ci attende nel futuro prossimo ?

Nel 2017 la NASA ha varato il Programma Artemis che, in collaborazione con varie agenzie spaziali e aziende private che lavorano in campo ingegneristico e aereospaziale, si propone di: << […] to return astronauts to the lunar surface by 2024, including the first woman and the next man. […] >>.[4] Il nome “Artemide” dato al programma rappresenta un legame con il Programma Apollo perché Artemide era, nella mitologia greca, la sorella gemella di Apollo.

Per ulteriori informazioni e immagini è possibile visitare i siti della NASA (nasa.gov) e di Wikipedia (en.wikipedia.org).

Documentario per approfondire: Quella notte sulla Luna (Piero e Alberto Angela, 2019).

Mentre ricordiamo un’impresa che ha dimostrato l’ingegno e il coraggio dell’essere umano, teniamo gli occhi rivolti alla Luna nell’attesa della prossima missione.


[1] << Questo è un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità. >>.

[2] << Qui uomini dal pianeta Terra posero piede per la prima volta sulla Luna – Luglio 1969, d.C. – Siamo venuti in pace per tutta l’umanità >>.

[3] 37º Presidente degli Stati Uniti d’America. Rimase in carica dal 1969 al 1974 quando si dimise a causa dello scandalo Watergate.

[4] << […] per riportare gli astronauti sulla superficie lunare entro il 2024, tra cui la prima donna e il prossimo uomo. […] >>.