Abbiamo incontrato oggi, che è il suo compleanno, Gabriella Boschiero, bolognese, tennista di successo che ha partecipato, fin da giovanissima, a numerosi tornei nazionali ed internazionali mietendo riconoscimenti ovunque. Ci ha raccontato delle sue esperienze vissute nel mondo del tennis al quale è approdata grazie alla passione dei genitori.
Com’è nata questa tua passione per il Tennis?
I miei genitori erano molto affascinati da questo sport e appena potevano prendevano in mano una racchetta ed una pallina e giocavano anche in casa… Non si perdevano nemmeno un torneo in TV. Così è stato del tutto naturale, per me, avvicinarmi a questo mondo, anche se, a dire il vero, vi sono approdata un po’ tardi rispetto alla media: ho iniziato a dieci anni ma fin da subito è stato amore a prima vista!
E poi cosa è successo?
Dopo un anno dall’inizio degli allenamenti, fatti con costanza e dedizione, da molti addetti ai lavori venivo già considerata una “promessa”, così l’anno dopo mi sono aggiudicata i Campionati Mondiali ed all’età di 13 anni ho partecipato ai Campionati Internazionali di Roma. C’era però il rovescio della medaglia: dovendo a quell’età “anche” studiare, non riuscivo a conciliare lo studio con lo sport, per cui dopo appena un anno dovetti lasciare la scuola. Il tennis, come del resto tutti gli sport agonistici, se affrontati seriamente, implicano delle scelte ed io, forte in quel momento delle numerose vittorie che stavo oramai ottenendo un pò ovunque, ho fatto una scelta… soprattutto perché continuavo a vincere.
Dicevi che sei stata anche all’estero.
Certo. A ventiquattro anni divenni professionista ed arrivai ad essere la numero centosettanta nella classifica mondiale. Traguardo ragguardevole. A quei tempi concorrevo con atlete come Monica Seles, con cui gareggiai e vinsi al torneo di Flushing Meadows, ancora oggi uno dei tornei più prestigiosi. E, a un certo punto, come sempre accade, esaurita la mia inclinazione agonistica, trovai nuove motivazioni nell’insegnare ai giovanissimi ciò che avevo imparato in tanti anni di “campo”, e divenni allenatrice.
C’è un consiglio che ti sentiresti di dare a chi si avvicina per la prima volta a questo sport?
Consiglierei di tributarvi il massimo del proprio impegno e quindi del proprio tempo. Ma anche di dotarsi di tanta pazienza perché i sacrifici da farsi sono molti soprattutto se si vuole puntare in alto. Altro consiglio è quello di non abbandonare gli studi, come ho fatto io perché ho capito che avrei potuto non lasciare la scuola…
Grande insegnamento questo, per le nuove leve, tra i tanti che hai elargito da leader e allenatrice, e di questo ti siamo grati.
Sì, questo ci tenevo a precisarlo perché ogni disciplina lascia nella vita, lezioni spesso più grandi di quelle che offre nel campo. Anche questa è funzione dello Sport…