Catherine bella lo era sicuramente ma la cifra che la rese fortemente amabile dal pubblico italiano è stata l’eleganza e la raffinatezza, doti che esprimeva nella vita privata e nel lavoro. “Il pubblico italiano”, sì, perché nata in Francia da una famiglia belga si fermò in Italia dove il suo talento è stato maggiormente capito, accolto e amato.
A noi che abbiano un pò meno dei suoi anni Catherine evoca memorie di gioventù, quelle memorie legate alle canzoni di un’epoca che ci ha fatto sognare: gli anni sessanta. Bisognava esserci e noi c’eravamo. Fortuna!
Oggi bisogna aver superato un certo numero di anni (ahinoi!) per poter ricordare canzoni che non è possibile non canticchiare. “Quelli della mia età” (ripresa anche in francese da Francoise Hardy col titolo “Tous les garcons et les filles de mon age”), Mes amis mes copains (…e se un giorno vi lasciai è perché m’innamorai) brano dal taglio jezzabile in cui il termine e il senso dell’amicizia era lontano anni luce dall’essere interpretato (e depauperato) alla stregua dei nuovi social, “L’esercito del Surf” innocente esortazione a sminuire i problemi quotidiani (foss’anche un cinque in Storia!)… eseguendo il nuovo mitico ballo! Infatti puntualmente arrivava la domenica e ci si poteva riunire tra amici ballando rigorosamente nelle case… E lì tra i grandi ispiratori dei nostri sentimenti giovanili non mancava Catherine con la sua bellezza e le sue canzoni.
Non solo cantante fu Catherine, ma anche attrice. Lavorò con dei grandi registi: Comencini (La bugiarda) 1965, Salce (La voglia matta) 1962 sul quale set conobbe l’attore Fabrizio Capucci divenuto, l’anno dopo, il suo primo marito e dal cui matrimonio nacque Sabrina, oggi attrice, per la quale ha avuto problemi legali dovuti alla potestà, Risi (Il sorpasso) 1962, Monicelli (L’armata Brancaleone) 1966, Fondato (Certo, certissimo, anzi… probabile) 1969 e Lattuada con “Dolci inganni” (1960), film che conflittuò con la censura e che segnò il suo debutto nel cinema a soli quindici anni. I suoi ruoli successivi furono incentrati sullo stereotipo di un’adolescente spregiudicata. Poi venne il tempo de “I più grandi di tutti” di Paolo Virzì.
E venne pure il tempo dei varietà televisivi, delle performance da ballerina, da intrattenitrice e dei musical. Tra questi, famosa fu l’interpretazione de “La vedova allegra” con la regia Antonello Falqui in cui la sua voce è stata doppiata dalla mitica cantante bolognese Lucia Mannucci (del Quartetto Cetra) spentasi nel 2012 (a 91 anni) qualche giorno dopo la dipartita di Lucio Dalla. E’ proprio durante le riprese di questo lavoro che conosce Johnny Dorelli. Lo sposerà nel 1972 e vi si separerà nel 1978. Da questo matrimonio nacque Gabriele, oggi produttore e regista teatrale noto col nome di Gabriele Guidi (il cognome del padre).
La sua vita sentimentale e privata non è stata tra le più tranquille. Il quarto ed ultimo marito è stato Vladimiro Tuselli (di diciott’anni più giovane di lei), matrimonio celebrato al Castello di Erice (Trapani) il 19 luglio 2013, e precedentemente (nel 1993) fu sposa all’architetto Daniel Rey. Pareva che il Tuselli fosse la conclusione o meglio la perpetuazione della sua vita sentimentale date le sue dichiarazioni di grande sovrabbondanza d’amore in questo rapporto, ma nel 2020 ha pubblicamente affermato di essere riornata di nuovo single…
E’ stata anche giornalista e pare che l’ultimo periodo della propria vita l’abbia trascorso in stato di cecità. Lascia la sorella Agnès attrice e fotografa che le somigliava molto.
Foto tratta da Screenshot Instagram @tgcom24