di Sergio Fanti
Il 27 gennaio di ogni anno onoriamo il cosiddetto “Giorno della Memoria” col fine di non dimenticare la Shoah, e di cosa sia stato capace il genere umano.
Ma ci vorrebbe un giorno della memoria anche per il fenomeno dello schiavismo.
A Bologna, fino al 28 maggio sarà in esposizione a Palazzo d’Accursio la mostra “Schiavitù e tratta: vite spezzatetra Africa e Americhe. Una ricostruzione storica”promossa daBiblioteca Amilcar Cabral e dalSettore Biblioteche del Comune di Bologna.
Oggetto della mostra è la tratta atlantica, una delle tre grandi tratte di schiavi (le altre sono la transahariana e la indiana). Tale tratta è forse la più importante per le conseguenze sul nostro mondo, in quanto ha determinato la connotazione razziale della schiavitù: è solo nel sedicesimo secolo che il nero diventa quasi automaticamente schiavo. Le dinamiche perverse che hanno originato ciò saranno illustrate nella mostra, che è costruita su 16 metri di pannelli che narrano il viaggio dello schiavo, dalla cattura, ai viaggi in condizioni insopportabili, all’arrivo a destinazione per chi si salvava da queste trasmigrazioni lunghe anche due anni.
Le guerre tra regioni africane nascevano soprattutto per catturare schiavida rivendere agli europei. Questo commercio era perfettamente legale e disciplinato dal Diritto, e sistevano assicurazioni per la perdita del carico umano, e spesso tali assicurtzaioni erano soggette a truffa da parte dei contraenti.
La scienza settecentesca sorresse gli interessi economici architettando fantasiose tesi secondo le quali c’erano delle gerarchia di superiorità tra le varie razze, e questo retaggio è rimasto fino ai giorni nostri. Si parlerà infatti anche del razzismo fascista, che a sua volta condannava quello “cattivo” anglosassone. La propaganda fascista indorttrimava il popolo spiegando che i soldayi italiani andavano a liberare le popolòazioni indigene soggiogate da governi iniqui.
La mostra comprenderà anche il contributo sonoro di quattro personaggi che impersoneranno tre schiavi e uno schiavista, al fine di immergere lo spettatore nel contetso trattato.
Ricordiamo gli orarimartedì-mercoledì-giovedì-sabato dalle 12 alle 18.30, il venerdì dalle 14 alle 18.30. A Palazzo d’Accursio (sala Ercole) fino al 28 maggio.
Per qualunque informazione sul programma della mostra è consultabile il sito http://www.centrocabral.com/