Adesso che siamo stati chiamati direttamente in causa, adesso ci stiamo ricordando che esistono le guerre. Ma continuiamo a dimenticare che cosa esse siano e cosa sono state durante questi ultimi decenni che hanno visto una quantità inenarrabile di morti, di distruzione, di stragi, la maggior parte delle quali per mano di paesi “amici”, e quindi, perciostesso, non tacciabili di mostruosità. Ricordate quando le morti dei civili, bambini, donne e vecchiette le chiamavamo “effetti collaterali”? Dovreste ricordarlo. Solo che facciamo presto a dimenticare quando è il “civilissimo” e “democratico” Occidente a provocare massacri. Ricordate quando, a tavola, di fronte alle atrocità delle guerre di questi ultimi decenni, abbiamo continuato a mangiare come se quelle immagini fossero una fiction, ricordate, vero? E invece era carne umana immolata in nome di turpi interessi economici che venivano ammantati di lotta al terrorismo e/o di lotta alla barbarie. La politica e l’informazione hanno scelto di vivere in un “eterno presente” in cui è proibito tentare un qualche tipo di analisi per capire come siamo arrivati a questo punto.
D’un tratto, come dal nulla, arriva una guerra che qualcuno ha deciso essere diversa dalle altre. Una guerra che chissà perché non avrebbe dovuto mietere vittime, una guerra condotta con fair play. E tutti a scandalizzarsi, a prendere ordini da un ex comico che ha deciso che questa guerra sia la “nostra” guerra, l’ultima occasione per difendere la nostra democrazia. E nessuno ad accorgersi che questa guerra è l’occasione d’oro per gli USA di far fuori il concorrente più temibile, che non è la Russia, che sanno benissimo di non potere ridurre al silenzio, ma l’Europa, la piccola Europa che sognava di diventare grande affrancandosi dagli Stati Uniti. La stupida Europa che per un attimo ha pensato di modificare gli equilibri mondiali, atteggiandosi a grande potenza. Ed invece, mentre le economie nazionali sono allo sbando, senza riserve energetiche che, illusoriamente, pensiamo di procurarci senza dipendere dalla potenza russa, gli USA hanno messo a segno il colpo del millennio: continuare ad imporre la loro supremazia su una riottosa Europa che finge di non aver compreso chi sia il padrone.
Questa guerra ha davvero scoperchiato un maleodorante letamaio, ma i miasmi che ne esalano sembrano non colpire l’olfatto di tante anime belle, d’un tratto risvegliatesi da un sonno profondo, durante il quale USA, Israele, i paesi della NATO, Italia compresa, hanno partecipato a diverse guerre, alcune delle quali non appoggiate dall’Onu.
La maniera invereconda con cui il prode Zelensky sta conducendo questa sporca guerra, voluta da Putin, ma che nessuno mai ha cercato di fermare prima che fosse troppo tardi, non può passare inosservata se si va a vedere come si siano scomodate anche agenzie pubblicitarie che ci invitano ad essere coraggiosi come gli ucraini. Il coraggio, da sempre “valore” oggetto di riflessione anche filosofica, è stato ridotto ad un brand da sbattere in faccia ai debosciati occidentali che adesso hanno l’occasione per dimostrare di saper rinunciare da veri uomini ai condizionatori in nome della libertà. Siamo arrivati senza accorgercene al marketing applicato alla guerra, ultima frontiera di una società che non sa pensare a sé stessa se non come pura merce, carne da macello da dare in pasto al miglior offerente. E quelli che si dicono amici gongolano, allungando i tempi di questa guerra e preparando la prossima. Perché fino a quando ci sarà chi produce armi ci sarà qualcuno che le userà.