EMO GRUPPIONI e CONFABITARE INAUGURANO L’ASCENSORE

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Emo Gruppioni può finalmente scendere al piano terra utilizzando l’ascensore. Quel mezzo tanto familiare a tutti noi, per l’anziano disabile bolognese sembrava un’utopia fino all’ultimo giorno.

“Una conquista che pensavamo impossibile visti tutti gli ostacoli che abbiamo avuto, partendo da chi non lo voleva, alle difficoltà burocratiche legate al 110% e alle svariate porte in faccia che avrebbero fatto arrendere chiunque, anche me, se non avessi avuto l’aiuto di tanti a partire da Confabitare”. Commenta Elisa Gruppioni, figlia di Emo.

Mercoledì 18 alle ore 11.00 Emo festeggerà con un brindisi l’inaugurazione dell’ascensore installato nel suo palazzo, insieme a lui Confabitare che l’ha seguito in questa vicenda.

Il caso di Emo ha creato un precedente giuridico, in quanto finora non si sapeva che anche gli ascensori in deroga, ovvero con dimensioni ridotte rispetto alla legge 13 del 1989,  potessero rientrare nell’abbattimento barriere architettoniche. 

Emo, benché molto malato, non ha mai perso la voglia di scherzare tanto che quando non c’era ancora nessuna certezza circa l’installazione dell’ascensore, scendendo dall’ambulanza e facendosi accompagnare nella sua abitazione al terzo piano del suo palazzo da due volontarie che lo sostenevano sulla carrozzina, aveva invitato i giornalisti e i suoi sostenitori per un brindisi, qualora l’ascensore sarebbe stato installato. Quel giorno è arrivato, questa mattina c’è stato il collaudo e mercoledì ci sarà quel brindisi per festeggiare la sua discesa in ascensore.

“Sono particolarmente orgoglioso di questo risultato perché era un caso difficile sotto tanti aspetti, dunque le possibilità di fallimento esistevano. – Commenta Alberto Zanni Presidente Nazionale di Confabitare –  Coi nostri professionisti abbiamo affrontato ogni singolo passaggio, pretendendo chiarezza, fino ad arrivare al risultato di oggi. Confabitare ha 50mila iscritti in tutta Italia, le esigenze sono tante e di conseguenza anche i servizi che proponiamo alle persone. Supportiamo i nostri soci in ambiti che vanno anche molto oltre le problematiche tecniche della casa in senso stretto”. Conclude Zanni

“Mio padre – continua Elisa Gruppioni – ci tiene tanto a ringraziare J.Ax, le istituzioni a partire dai due sindaci di Bologna che l’hanno chiamato personalmente per informarlo sulla fattibilità, e la stampa, che ha dato spazio al suo caso, ovviamente anche io e mia madre siamo molto grate. Tutti questi interventi ci hanno fatto sentire meno soli, infatti sono arrivate tantissime telefonate di supporto che ci hanno fatto commuovere”. 

“Non dobbiamo abbandonare questa famiglia, ma dobbiamo aiutarli ad abbattere le altre barriere, architettoniche e non, che limitano la loro vita”. Conclude Zanni.

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