L’eterno presente di politici, intellettuali, e giornalisti

Mi fa sorridere il Galli della Loggia quando a proposito della Russia osserva, per la verità giustamente, il carattere illiberale del paese di Dostoevskij che per vari motivi lo ha caratterizzato e lo continua a caratterizzare. Perché sorridere, vi chiederete? Perché secondo il politologo “o Mosca rinuncia in maniera chiara alla sua vocazione espansionistica, o inevitabilmente il resto dell’Europa è costretta a prendere le misure precauzionali del caso”.

La Russia? Sarebbe bene che il Nostro guardasse un po’ meglio nel giardino di casa propria, in quell’Occidente a guida USA e NATO che non pare proprio essere quel paradiso terrestre fatto di anime pure che disdegnano le armi e che porta la pace nel mondo. Mi chiedo come sia possibile che fini intellettuali riescano a mentire a loro stessi facendo finta di non capire come proprio a causa della sua politica espansionistica l’Occidente, con l’alibi dell’esportazione della democrazia, ha seminato e continua a seminare morte in ogni parte del mondo dove i suoi interessi sono intaccati, riuscendo, contemporaneamente, a soddisfare gli appetiti della lobby delle armi, a causa della quale nel “Paese della Libertà” non si riesce a mettere mano ad una legge che ne limiti seriamente l’uso, nonostante le ripetute stragi che riempiono le pagine dei giornali per qualche giorno, nell’attesa della strage successiva. Mi piacerebbe che l’onestà intellettuale tornasse a splendere nel cielo dell’Occidente, obnubilato e accecato dall’incapacità di guardare con disincanto agli errori ed orrori che ne hanno caratterizzato la storia, dal genocidio degli Indiani d’America in poi. Mi piacerebbe che si smettesse di vivere in un eterno presente abitato da uomini politici, intellettuali e giornalisti che guardano con sospetto chiunque voglia cercare di capire il presente utilizzando lo strumento principe per farlo: la Storia.