CONFABITARE AL COMUNE: LUCE E GAS

a cura di Eleonora Carboni

L’indiscriminato aumento dei prezzi dell’energia e il malcontento generato fra i proprietari immobiliari e le famiglie, spinge Confabitare a scrivere una lettera indirizzata al Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, per chiedere “una collaborazione nella lotta alla crisi dei prezzi dell’energia, con un tavolo a cui siano invitati non solo i rappresentanti delle organizzazioni produttive e del commercio, ma altresì quelli della proprietà edilizia, così da poter rappresentare le necessità dei proprietari di immobili ad uso industriale, commerciale, artigianale e residenziale”.

SOLUZIONI IN UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE STRAORDINARIO

La lettera indirizzata al Sindaco di Bologna, scritta dal Presidente Nazionale di Confabitare Alberto Zanni, considera lo scenario geopolitico attuale e i campanelli di allarme che l’associazione riceve sul territorio per voce dei proprietari immobiliari. 

“L’aumento dei costi energetici – scrive Zanni nella lettera – porterà ad una crisi di liquidità che inciderà, fra gli altri problemi, sulla regolarità nel pagamento degli affitti, sia per le attività che per le famiglie, con possibili conseguenti aumenti degli sfratti. Chi potrà, cercherà di scaricare tutti i maggiori costi sugli utenti finali, famiglie o attività, molte delle quali sono in affitto, con conseguente frenata, se non arresto, di un volume di consumi che potrebbe anche mandare in “crash” il sistema degli scambi e dei consumi in generale, con ulteriori effetti a catena, deleteri per la nostra economia. Verosimilmente – continua Zanni – gli effetti più gravi si produrranno nei prossimi mesi, quando famiglie e attività si troveranno a dover tagliare il maggior numero di costi, per poter far fronte o per poter bilanciare, le spese da sostenere o già sostenute, per l’energia. Molte famiglie, per far fronte ai rincari energetici, dovranno ulteriormente tagliare le spese per la salute e quelle alimentari”. Zanni conclude l’elenco delle undici premesse scrivendo: “Purtroppo, il nostro Paese non sembra avere né tutti gli strumenti, né tutte le possibilità politico-sociali che altri Stati europei stanno mettendo in campo per aumentare la produzione energetica interna”. 

E aggiunge nelle cinque considerazioni che “diventa fondamentale, in questa situazione, aumentare i livelli di collaborazione e concertazione”.