La scomparsa di due importanti e amati artisti: Nicola Zamboni e Gianfranco Goberti

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Zamboni
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Goberti

La scomparsa a breve distanza l’uno dall’altro di due importanti e amati artisti, impoverisce il panorama culturale. Alludo allo scultore Nicola Zamboni e al pittore Gianfranco Goberti: il primo residente nella pianura bolognese e l’altro a Ferrara.

Nicola Zamboni (Bologna10 maggio 1943 – Bologna17 gennaio 2023) fu allievo e assistente di Quinto Ghermandi e collaboratore di Henry Moore. Insegnante dell’Accademia a Bologna e docente di scultura all’Accademia di belle arti di Brera, viveva a Sala Bolognese in una grande casa colonica trasformata in residenza-studio sempre aperta per gli amici e i giovani desiderosi di apprendere. Il suo modo di ritrarre la figura umana attraverso forme realistiche e con l’impiego di varie tecniche e materiali gli ha dato modo di esprimersi e arricchire vari luoghi. Terreno privilegiato del suo agire sono state le rotatorie, i parchi e i giardini. Rimarranno scolpiti nella nostra memoria i cavalli a grandezza naturale, i migranti allineati nel giardino della sua residenza, le foglie e i libri ai quali assegnava la giusta importanza per tramandare memoria e realtà. Interpretava la sua arte con libertà e discuterne con lui era sempre occasione di crescita.

In una recente intervista pubblicata sul nostro giornale l’abbiamo definito una sorta di antesignano della street art che si differenzia dalla sua soprattutto perché è chiaro nelle sue opere chi è l’artista e altrettanto il committente. Allora diremmo che quella di Zamboni è Legaly Street Art.

Il figlio Alberto ha avanzato attraverso i media la proposta di ricordarlo il 10 maggio, giorno in cui avrebbe compiuto ottanta anni, attraverso un percorso fra le sue opere.

Occorrerebbe imbastire un percorso tra vari punti di Bologna e molti comuni dell’Area Metropolitana, saltando ovviamente i siti fuori regione e all’estero che ospitano i suoi lavori. Opere realizzate negli ultimi venti anni in collaborazione con la compagna di vita Sara Balzani, fino all’ultima grande mostra curata da Pietro di Natale, Umanità, esposta nel cortile del Castello estense di Ferrara.

Dulcis in Fundo si potrebbe riallestire la mostra fotografica che documenta un lavoro prima dimenticato, nonostante la sua forza dirompente, poi vandalicamente distrutto. Alludo a una delle sue meraviglie: i personaggi in terra cotta sistemati inizialmente in via Larga, documentati dal fotografo Giorgio Giliberti, poi raccolti ed esposti a suo tempo in un ristorante a Pieve di Cento. Quale miglior luogo per finire lì, con un brindisi, il viaggio e ricordare Nicola?

L’altro artista che ci lascia un vuoto è il pittore Gianfranco Goberti (Ferrara19 novembre 1939 – Ferrara22 gennaio 2023), già preside dell’Istituto d’arte Dosso Dossi di Ferrara. I suoi primi lavori esposti al pubblico a partire dagli anni sessanta, fanno riferimento a Picasso e a Bacon. Di questo periodo è da ricordare la serie dedicata ai pugili che a distanza di anni, esposti presso la Pinacoteca di Pieve di Cento in omaggio al campione locale Francesco Cavicchi, hanno ancora mostrato la loro forza dirompente. In seguito i suoi lavori hanno trovato realizzazione in una ricerca continua e collocabile tra una nuova figurazione e l’espressionismo astratto per poi arrivare a collocare i suoi personaggi in ambienti domestici con particolare attenzione a specchi e poltrone. Passa poi a rappresentare oggetti d’uso comune come la cravatta e la camicia che, con i suoi pennelli, diventano più veri del vero, più reali del reale.

Tra i suoi riferimenti da annoverare  Domenico Gnoli cui lo abbina la riproduzione degli oggetti realizzata con meticolosa precisione  attraverso il ricorso a linee e curve riproposte con assiduità, ottenendo un effetto ipnotico negli oggetti rappresentati.  

Lo ricordiamo sempre disponibile, paziente nel descrivere e raccontare la genesi delle sue opere, amichevole e bendisposto nel trasmettere la sua vasta cultura artistica. 

Goberti lascia la moglie Enrica e i due figli Zeno e Mattia. A loro le nostre condoglianze.