AL TEATRO DUSE ARIANNA PORCELLI SAFONOV CON ‘FIABAFOBIA’

Per il ciclo DUSEracconti – Storie di donne, il 9 marzo alle ore 21 arriva sul palco del Teatro Duse di Bologna Arianna Porcelli Safonov, attrice, scrittrice e youtuber, autrice e interprete del suo nuovo live: Fiabafobia. Lo spettacolo è una collana di racconti pensati per ridere e per riflettere sulle fobie del nostro tempo. Dai serpenti ai ragni, dalla paura di volare a quella di contrarre una malattia venerea, dalla pandemia alla socialità: la paura sembra pilotare l’evoluzione umana. Nasce da qui lo spunto per questo nuovo monologo che, tra una risata e l’altra mette, a nudo gli aspetti più ridicoli, ma anche più interessanti delle svariate fobie contemporanee.

Fobia vuol dire paura e ‘paura’ include nella propria radice l’indoeuropeo ‘-pat’ che vuol dire percuotere, abbattere. Potremmo dire che le paure ci abbattono e che veniamo giornalmente percossi dalla fobia. Non è un buon inizio per un monologo comico” spiega l’artista, che aggiunge “la risata però è il linguaggio che serve per entrare dentro ad uno degli argomenti più attuali, impegnativi e meno discussi di questo momento storico: la paura come timone sociale”. “Siamo passati dal ‘non abbiate paura” di Giovanni Paolo II al ‘restate a casa’ in un batter d’occhio, da ‘andrà tutto bene’ alla vigile attesa” osserva Porcelli Safonov. “Quando ero piccola si doveva aver paura di Chernobyl, poi c’è stata la Mucca Pazza, l’arsenico nell’acqua, i testimoni di Geova. Poi sono arrivati i musulmani e dopo il 2001 se vedevi un arabo che avesse fatto la sciagurata scelta di comprarsi una cartella Invicta, eri in grado di allontanarti con un record da far piangere Usain Bolt. – ironizza Porcelli Safonov – Dopodiché, sono arrivati gli immigrati, ma ora non se li fila più nessuno perché ci sono il virus, la peste suina e, se non bastasse, una bella guerra. Ma non ci bastano le paurose proposte dai suggeritori mediatici: vogliamo di più! E anche grazie al clima di terrore mondiale ci spertichiamo in fobie personalizzate che ci percuotono con mille bastoni: dai serpenti, ai ragni, all’aereo, alle malattie veneree, ai batteri di ogni tipo che potrebbero aggredirci al tavolino del bar, dalla fobia degli uomini e delle donne con cui potremmo riprodurci a quella dell’acqua alta e molto altro di pauroso e di ridicolo che viene giustificato con ‘Scusa, è che c’ho la fobia!’”.