IL DISSIDENTE ITALIANO – Presentazione dell’autore Rosario Giocondo

Racomanzo – definizione nuova per un libro che combina due generi narrativi: romanzo e racconto;

– la  prima parte “Rarioso nella povertà dell’Italia povera” romanza la vita di un bambino, poi fanciullo e poi ragazzo in una zona di montagna di Gerace, piccolo paese della Calabria, a cavallo degli anni Sessanta; 

– la seconda parte “Rarioso nella miseria dell’Italia misera” narra la vita universitaria e lavorativa del protagonista a Bologna, negli anni Settanta e Ottanta con appendice nei decenni successivi.

Nella prima parte il protagonista Rarioso, pur assistito da una grande forza di volontà, è un soggetto quasi rassegnato a vivere la povertà riservatagli dal destino secondo la credenza degli abitanti della località “colla del vento”. Svolge tanti lavori minorili, frequenta le scuole dell’obbligo, l’ITS per geometri e poi inizia l’università a Messina, dove osserva la vita della città con tante storture. Insieme a suo padre va a fare il cioccaiolo, un lavoro faticoso e con poche prospettive per il futuro. Fa diverse esperienze oramai scomparse insieme alle tradizioni narrate.

Fin dalle prime pagine della seconda parte Rarioso comincia a essere protagonista della propria vita; mediante l’attenta osservazione e una grande consapevolezza sul mondo che lo circonda a Bologna.  Dopo le prime positive illusioni, inizia a essere un attento severo osservatore dei fatti reali in parte occultati dalla propaganda e dalla retorica politica. Sviluppa una propria vera consapevolezza che lo condurrà a sentirsi  un individuo totalmente libero. 

Sono diversi gli episodi narrati che lo vedono protagonista attivo rispetto alle angherie nelle quali s’imbatte. Fa annullare al rettore un concorso per un solo impiegato perché consapevole che la sua inidoneità era sbagliata. Il concorso è stato rifatto con la stessa commissione ed è stato vinto sempre dalla stessa ragazza, ma lui è stato giudicato idoneo con il terzo punteggio. In una fabbrica risponde senza timore al capo officina che gli obietta di non lavorare conformemente alle istruzioni. Al cospetto del proprietario fa presente che stava lavorando meglio delle istruzioni, con una produttività più  elevata e con una migliore tutela della propria salute, ma il capo officina era troppo ignorante per comprendere; in concreto aveva sollevato il contenitore dei manufatti da temprare per non doversi abbassare in continuazione. Convocato dal capo negozio e da un “funzionarucolo” di una cooperativa nella quale lavorava con contratto a tempo determinato per comunicargli che non si era perfettamente integrato; li deride facendo delle domande provocatorie per poi concludere che la sua mancata integrazione consisteva nel non possesso delle tessere.

Vince un concorso nell’azienda trasporti nazionali con la strana riserva del 50% dei posti agli invalidi che nella realtà erano in prevalenza falsi invalidi.

La morte improvvisa del padre a soli 64 anni lo colpisce profondamente. Dopo qualche decennio anche lui è colpito  da un tumore polmonare ma guarisce. In ospedale nel corso della visita giornaliera il primario lo osserva perché stava leggendo “De rerum natura” di Lucrezio e gli domanda, quasi ad interrogarlo: Avevano già compreso tutto? Rarioso risponde: Proprio così.

Nel lavoro, a causa di un mancato avanzamento di livello presenta un ricorso e ottiene il livello da tre anni prima. In seguito si ribella alle promozioni nepotistiche scontrandosi con i vertici aziendali e con il sindacato; presenta un nuovo ricorso, promuove un’interrogazione parlamentare a risposta scritta e fa alcuni esposti ai vertici istituzionali rivendicando provocatoriamente il diritto a non dover essere disonesto. Disgustato da una magistratura indegna della giustizia e dai garanti delle proprie piccole cose, ne esce come dissidente italiano che non abbassa la testa davanti alla corruzione e ai soprusi.