Uno spettacolo che è un emozionante album dei ricordi dedicato ai padri, quelli degli attori e quelli degli spettatori, che sono coinvolti nella costruzione di questo viaggio nelle memorie personali. Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich raccontano in “Arturo” i loro padri in uno spettacolo ogni sera diverso, grazie al contributo degli spettatori e del loro rapporto con i genitori. Un’esperienza unica di teatro di partecipazione, in programma a Teatri di Vita (via Emilia Ponente 485, Bologna; tel. 333.4666333; teatridivita.it) da venerdì 22 a domenica 24 marzo, alle ore 21 (sabato ore 20, domenica ore 17). Scene di Fiammetta Mandich, suono di Dario Costa, luci di Marco Guarrera, illustrazioni di Margherita Nardinocchi.
Lo spettacolo “Arturo”, prodotto da Florian Metateatro, ha vinto numerosi premi, come il Premio Scenario Infanzia, il Premio della Critica FringeMI, il Premio Direction Under30, il Bando Life is Live. E conclude la stagione di Teatri di Vita “D’io, Teatro e Famiglia”, realizzata con il contributo del Comune di Bologna, della Regione Emilia Romagna e del Ministero della Cultura.
E tuo padre com’era? Come è? Come lo ricordi? Come lo conosci?Qual è il rapporto con i padri e cosa resta (resterà) alla loro scomparsa? Arturo non è uno spettacolo, bensì un accadimento, un incontro. Nasce dal ricordo dei propri padri da parte di Laura e Niccolò. Arturo è la forma della loro memoria, in cui i racconti, i giochi, le date, gli aneddoti, le parole si sono trasformati in pezzi, per la precisione dodici, di un grande puzzle: un gioco a cui gli spettatori non solo assistono come testimoni, ma sono anche invitati a partecipare attivamente. Arturo ha quindi una struttura mutevole, non replicabile e dalle “infinite” combinazioni: l’ordine delle scene nelle varie repliche sarà sempre differente. L’autobiografia diventa atto creativo, con l’intento di rendere una memoria privata collettiva e universale.