Lo scorso sabato 27 aprile, il Museo Civico Luigi Varoli di Cotignola ha riaperto finalmente al pubblico Casa Varoli: dopo quattro anni, gli oggetti, le opere e l’archivio dell’artista Luigi Varoli sono tornati ad abitare la sua casa-studio, ora ristrutturata e ampliata.
Luigi Varoli (Cotignola, 1889-1958) è pittore, scultore, musicista, educatore e maestro d’arte per adulti e bambini. Oltre ai dipinti, la cartapesta è senza dubbio il settore della produzione in cui si esprime la nota più personale dell’artista. Studia alle Accademie di Belle Arti di Ravenna e a Bologna, poi torna a Cotignola, dove rimarrà per il resto della sua vita, in un rapporto quasi simbiotico con il paese e il territorio, e dove per tutta la vita dirige la Scuola di Arti e Mestieri di Cotignola. Rilevante, in particolare, il suo ruolo di maestro: nel suo cenacolo infatti ha formato una fitta schiera di artisti romagnoli. Dopo l’armistizio del 1943, ospita in casa propria ebrei in fuga dai nazi-fascisti: un’azione umanitaria che gli vale, nel 2002, il riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni” dallo Stato di Israele.
A partire dal 1922, Luigi Varoli allestisce il suo studio in un edificio collegato allo storico Palazzo Sforza. I bombardamenti su Cotignola negli anni 1944-45 non risparmiano né lo studio né la casa del Maestro, che affacciava sullo stesso cortile. Dopo la guerra, l’edificio sforzesco viene ricostruito per ospitare sia l’abitazione, al piano terra, sia lo studio al primo piano. Alla morte dell’artista, esso viene donato dalla moglie Anna Cortesi al Comune di Cotignola e dal 1991 fa parte del Museo Civico Luigi Varoli. Nel marzo 2023, ottiene dalla Regione Emilia-Romagna il marchio “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna”.
La nuova Casa Varoli si articola in un percorso espositivo che guida il pubblico attraverso diverse sezioni:
Atlante dei frammenti e dei pezzi sparsi
Varoli collezionista e conservatore fa della sua casa studio un luogo di memorie in cui raccoglie reperti e testimonianze dall’antico insieme a frammenti architettonici e ornamentali recuperati dalla distruzione bellica, che finiscono quasi per mescolarsi e confondersi con le sue copie, citazioni e repliche che fanno di questo luogo un vero e proprio condensato di storie e memorie.
Ada, Guido, Anna e Luigi
Elena Bucci legge dal diario di Ada Valabrega Ottolenghi, pubblicato nel 2021 da il Mulino con il titolo Ci salveremo insieme. Una famiglia ebrea nella tempesta della guerra, un brano che descrive l’arrivo della famiglia Ottolenghi a Cotignola nella casa del professore.
Selvatico. Un bestiario
Una raccolta di corna, teschi, gessi e copie dall’antico, ceramiche, piccole sculture in terracotta, teste di legno, di ferro e di cartapesta, e disegni fatti dagli allievi del maestro o da Varoli stesso, come il bellissimo barbagianni in terracotta, o la grande testa di bue in rete metallica e filo di ferro.
Segnare intorno (alle pagine). I libri e la biblioteca di Luigi Varoli
Da Rodin a Wildt, dai ritratti del Fayum a Rembrandt, da Bosch a Turner e Van Gogh, da Muzio Anche la libreria del maestro rivela i suoi molti interessi e curiosità, dal mondo magico e popolare romagnolo all’amore per il disegno e la scultura, e una propensione quasi animista per le materie e il fare, tra arte, gioco, mestiere e artigianato.
Lezione e Banchetto Futurista. Depero Cotignola 1932
Dallo straordinario Libro imbullonato Dinamo Azari del 1927 al Numero Unico Futurista Campari del 1931 passando per Francesco Balilla Pratella e Marinetti. Il grande tavolo raccoglie i quattro libri donati Fortunato Depero a Varoli con tanto di dediche, libretti del musicista futurista lughese e altri oggetti riconducibili a un sorprendente evento con cena futurista a Cotignola.
Preghiere e mondi magici
Crocifissi, Madonne, corone di spine, rosari, immagini devozionali. Una specie di animismo nei confronti degli oggetti orienta in maniera quasi tattile lo sguardo di Varoli, insieme a un gusto e attrazione mai esauriti per l’antico che lo porta a collezionare e a fare della sua casa e studio quasi un museo in cui convivono tradizione popolare e la grande bellezza dalla storia dell’arte. Su tutti si segnala il bellissimo crocefisso in legno del XVI-XVII secolo.
Pensiero stupendo: Varoli contemporaneo
Una serie di opere contemporanee ritmano e accompagnano tutto il percorso espositivo della casa studio e del suo giardino disseminato di frammenti e reperti: dal ceramista Nero/Alessandro Neretti che abita il cortile con la sua foresta di Teste, mostri e capitelli, allo scultore Matteo Lucca e la sua installazione Azzimo 41 fatta di mani di pane; e poi le opere prodotte intorno al progetto Inventario Varoli tra cui un corpo di video d’artista a firma di Marco Zanella, Michele Buda, Mauro Santini e Diego Gavioli. E ancora Frame l’installazione multimediale e immersiva di David Loom e il fumetto L’Argine di Marina Girardi e Rocco Lombardi.
Del nero, di ombre e fantasmi: fotografie a quadretti e sguardi dal passato.
L’archivio fotografico del professore. Una platea di sguardi e facce spesso utilizzata per realizzare ritratti. A queste fiume di fotografie fatto di volti anonimi e conosciuti si affiancano le molte riproduzioni di opere d’arte antica e moderna a formare un atlante di mondi, spunti, inneschi e possibilità che lo hanno nutrito e accompagnato nelle sue sperimentazioni.
Bianco. Disegnare per vedere meglio.
La gipsoteca di Varoli e della Scuola di Arti e Mestieri. Modelli ed echi di bellezza classica o grottesca, frammenti eroicamente sopravvissuti al tempo da copiare e disegnare dal vero, replicandoli in innumerevoli copie.
La seconda musa. Varoli musicista
Fotografie, dipinti e illustrazioni, statue in cartapesta e spartiti, e un’importante collezione che comprende rari strumenti musicali testimonia di questa grande passione e amore per la musica dell’artista cotignolese.
Inventario Varoli
Un armadio in forma di archivio, una camera delle meraviglie in miniatura. Una costellazione che raccoglie e congiunge mondi e pezzi sparsi, memorie e storie perdute.
Una testa che guarda
Una foresta di volti e facce, dipinte, scolpite, modellate e disegnate ci accompagna per tutta la visita alla casa, fino alla grande parete allestita al primo piano nell’ambiente che accoglieva lo studio dell’artista.
Resistente. Cotignola il Paese dei Giusti nella Battaglia sul Senio
Una doppia sezione racconta la rete della solidarietà, con l’ospitalità concessa ad opera di un’intera comunità ad ebrei in fuga, rifugiati politici e sfollati a partire dall’8 settembre 1943 e, di poco successivo, l’assedio di Cotignola che schiaccia il paese tra due eserciti per 145 giorni dal novembre 1944 fino alla Liberazione del 10 aprile del 1945.
Con il sostegno di
Settore Patrimonio culturale Regione Emilia-Romagna
Orari di apertura
venerdì: 16:30-18:30 | sabato, domenica e festivi: 10:00- 12:00 e 15:30-18:30.
Per informazioni www.museovaroli.it | museovaroli@comune.cotignola.ra.it
Tel. 0545 908810 – 3204364316