Se Giorgia Meloni può compiacersi del fatto che si può arrivare alle alte cariche dello Stato senza la laurea è anche colpa di una sinistra che non ha fatto niente per sbloccare l’ascensore sociale che marciava a buon ritmo durante i “trenta gloriosi”. L’avere pochi laureati, nel nostro paese è, infatti, un problema legato proprio all’incapacità dei nostri governanti, senza esclusione di alcuno, di garantire il diritto allo studio per tutti, come d’altronde previsto dalla Costituzione all’articolo 34 che recita: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Ma la politica in questi decenni è stata in tutt’altre faccende affaccendata per potersi dedicare alla piena realizzazione dei pilastri di ogni democrazia degna di questo nome: scuola e sanità. Anzi in nome del totem del pareggio del bilancio sono stati ambedue i bersagli principali della spesa pubblica, espressione questa che da sola basta a evidenziare quanto sia mal posta la questione: salute e cultura non dovrebbero essere rubricate sotto la voce “spesa” ma sotto quella di “investimento”. Ma, in un sistema neoliberista che pare compiacersi sempre più della deriva anarco-capitalista, considerata comunque sempre meglio di una “deriva di sinistra”, non ci sono margini per una riconsiderazione del problema.
Che si possa avere successo nella vita anche senza la laurea è fuori di dubbio. Anche Lucio Caracciolo ebbe a dire una volta che se uno steward dello stadio può diventare Ministro della Repubblica vuol dire che l’Italia ha molto da insegnare su cosa sia la democrazia. Il problema vero è che in democrazia tutti dovrebbero essere messi nelle condizioni di accedere anche ai livelli più alti del sapere, mentre è purtroppo evidente e statisticamente confermato come tanti giovani debbano rinunciare al proseguimento degli studi per motivi economici. Sempre dagli studi sociologici emerge, poi, quanto sia diventata decisiva negli ultimi decenni la famiglia di origine nel determinare l’ingresso nel mondo del lavoro, il successo e la gratificazione Ma, come spesso accade, la politica accecata dalla logica mercatista non riesce più a guardare i problemi della società sub specie humanitatis, limitandosi ad una gestione tecnica dell’ordinario, un disbrigo degli affari correnti che nulla ha a che fare con la democrazia.