Avremmo dovuto abituarci a vedere disattesa la volontà popolare. Eppure ogni qualvolta ciò accade si rimane sempre perplessi. Ed ogni volta c’è sempre qualcuno che recita il mantra secondo il quale nelle democrazie occidentali almeno ognuno può esprimere il proprio pensiero. È vero. Ma questa interpretazione minimalista della democrazia non credo faccia bene alla democrazia stessa. Altrimenti dovremmo accettare l’ossimoro della democrazia illiberale teorizzata dell’ineffabile Orbàn. E infatti pare che cominci a fare breccia questa visione della “democrazia” che tende sempre più a fare a meno del “demos” per lasciare spazio ad un regime controllato dai veri decisori politici, ovvero la grande finanza con i potentati economici al seguito. L’ultimo esempio in ordine di tempo è la decisione del soldatino dei Rothschild Macron di affidare la formazione del governo al conservatore gollista Barnier, dopo che il Fronte Popolare ha vinto le elezioni politiche del luglio scorso. E non è un caso che tutto ciò avvenga con la compiaciuta adesione del Rassemblement National. Ma un merito, almeno, va riconosciuto a questa scelta. Infatti, finalmente si gioca a carte scoperte ed appare in tutta la sua chiarezza quel disegno che solo ai più stolti sembrava sfuggire: quando le sinistre avanzano, centro e destre sono leste ad allearsi pur di bloccare sul nascere qualunque politica possa andare ad intaccare gli interessi del grande capitale. È la storia che si ripete. Sempre più spesso assisteremo a questa pantomima: caro elettore, tu vai a votare ma poi della tua volontà non resterà nulla perché esistono interessi superiori che tu non puoi capire, ma sappi che lo facciamo per il tuo bene!
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