È preoccupante che sia diventato normale aggredire chi prova ad esprimere dei pensieri controcorrente. Ci vuole infatti poco per essere considerati nemici della società liberale, e dunque pericolosi: basta discostarsi dal pensiero dominante e subito vieni condannato alla gogna, secondo un preciso e collaudato schema per cui c’è chi decide cos’è giusto e a quella decisione è doveroso, da buoni e obbedienti cittadini, adeguarsi.
Si sta infatti ripetendo con la guerra ucraina il modello che ha perfettamente funzionato con la conduzione della pandemia. La Verità unica e incontrovertibile è quella del trio Speranza-Figliuolo-Draghi e tutti coloro i quali dissentono, schiere di intellettuali, filosofi e virologi non allineati sono considerati, nell’ordine, nemici della salute, dei cittadini obbedienti e della Scienza.
L’operazione, riuscita, è stata quella di intruppare chi aveva delle perplessità su vaccini e conduzione politica della pandemia nell’esercito dei detrattori della Scienza, se non addirittura dei terrapiattisti.
Allo stesso modo il pensiero unico “NATO e suoi lacchè” viene promosso, senza possibilità di contestazione, a Verbo assoluto con la conseguente condanna di essere considerati filoputiniani per tutti coloro che si permettono di avanzare perplessità.
Come sempre è opportuno fare nomi e cognomi delle vittime di questo schema.
Cominciamo con il professore Orsini, Direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS. Costui è stato quasi linciato, durante un intervento televisivo, per essersi permesso di fare il proprio lavoro, quello di analista di questioni geopolitiche, (immediatamente, of course, sconfessato dall’Università cui fa parte) e cioè dire quello che tanti analisti, politici e giornalisti (che si autocensurano perché sanno che il padrone non gradirebbe) dovrebbero dire, e cioè che era scontato che dopo che Polonia, Ungheria e altri stati dell’ex Patto di Varsavia, (più le ex repubbliche sovietiche sottrattesi all’influenza russa ed entrate nell’Unione Europea) erano state ammesse nel club UE e NATO, era prevedibile che, insistere da parte dell’Ucraina nel volere entrare nell’una e nell’altra, era, più che una provocazione una dichiarazione di guerra. E, infatti, guerra è stata.
Lo stesso è successo alla filosofa Donatella Di Cesare che ha invitato a riflessioni non superficiali su un tema complesso come la guerra. Ma quali riflessioni! le è stato risposto, quale complessità! Un modo per dire: voi filosofi non capite nulla, trastullatevi con i vostri mondi ideali e lasciate che siano le armi a parlare. Infatti da sempre il rumore delle armi ha sopraffatto quello delle parole!
Guai a richiamare paragoni storici con le ultime guerre “giuste”, anzi, scusate, “operazioni di polizia internazionale” proclamate e combattute da un Occidente alla canna! Meglio quello Putin-Hitler: semplifica e raggiunge subito l’obiettivo di impedire di pensare.
Quanti bambini, donne, soldati sono stati uccisi in Iraq, in Serbia, in Afghanistan! Ma ormai per l’Occidente vale il cinico principio che i morti non si contano: si pesano! Vergognatevi! Per coprire le indegne guerre dell’Occidente quella dell’Ucraina è stata una manna dal cielo. Obiettivo: compattare un sistema ormai in via di disgregazione additando il nemico assoluto, il Male in persona!
Arriva, poi, il teologo Dianich, che afferma che è immorale fornire armi quando è chiaro che il nemico è nettamente superiore e non è possibile attuare una resistenza armata in grado di contrastarne l’avanzata in maniera vittoriosa, e lo scandalo è completo.
Per sorvolare sul fatto che ci son voluti giorni prima di poter apprendere che dentro l’esercito dell’ebreo Zelensky ci sono filonazisti e che esistono interi battaglioni, come il Battaglione Azov, che fanno bella mostra di simboli legati alla nefanda ideologia hitleriana. Ma è meglio che non si dia troppa diffusione a notizie che potrebbero intaccare l’immagine del Bene! Il problema per giornalisti e politici è che tutto questo è vero o comunque degno di opportune riflessioni. Ed allora alla pacata discussione si sostituisce il linciaggio, l’arma di chi rifiuta il dialogo con chi la pensa in modo diverso, ragionevolmente diverso.
Abbiamo, infine, assistito alle dichiarazioni di generali che hanno, inaspettatamente, fatto professione di prudenza e cautela fornendo una lettura attenta ed articolata dell’attuale situazione in Ucraina. Uno per tutti il generale Fabio Mini, che è stato capo di stato maggiore del Comando Nato per il Sud Europa, il quale, tra le altre cose, ha dichiarato in un’intervista a Tiscali Notizie: Io credo che il ruolo della Nato debba essere idealmente legato a una visione del mondo che dia sicurezza, non allo sparacchiare qui e là. Anche perché, come sempre, in questi giorni, vedo tanta gente che dice ‘armatevi e partite’. Generalmente questi guerrieri improvvisati, e con la bava alla bocca nell’invocare guerra, sono militesenti.
No! Non sono filoputiniano e soprattutto non voglio seguire il suo esempio, che pare faccia tanti proseliti in Occidente: impedire ai cittadini di esprimere il proprio punto di vista!