I pannelli che delimitano l’area di cantiere sotto le Due Torri ospitano il racconto sulla storia del monumento simbolo di Bologna attraverso testi in doppia lingua (italiano e inglese) e immagini. Una vera e propria mostra a cielo aperto che in questo fine settimana ha incuriosito le tante persone che hanno attraversato il centro della città.
L’allestimento del Comune di Bologna riprende gli stessi colori e la stessa grafica di quello presente in Piazza Verdi sulla recinzione del cantiere per i lavori di riqualificazione del Teatro Comunale, i contenuti sono il frutto di una ricerca che ha visto la collaborazione dei Musei di Bologna, della Cineteca, Fondazione Carisbo, Genus Bononiae, Tper e BolognaWelcome.
Soffermandosi nella lettura dei testi si può scoprire che durante la costruzione della Garisenda, iniziata nel 1109, ci fu un cedimento del terreno che ne causò la pendenza ancora oggi evidente, e che nel 1355 la torre fu oggetto di un intervento di abbassamento dagli originari 60 metri di altezza agli attuali 47. La caratteristica pendenza della Garisenda trova spazio anche nell’Inferno dantesco, quando il Poeta, nel descrivere la vista del gigante Anteo che si china ad afferrarlo, richiamò l’effetto ottico suscitato in chi guarda da sotto la torre mentre è sovrastata da una nuvola che scorre in direzione opposta alla sua pendenza: “Qual pare a riguardar la Garisenda sotto il chinato quando un nuvol vada sovr’essa sì ch’ella in contrario penda, tal parve Anteo a me, che stava a bada di vederlo chinare”.
Le immagini formano una galleria dei ricordi che vede le Due Torri protagoniste e allo stesso tempo spettatrici privilegiate della vita trascorsa ai loro piedi nel corso degli anni.