Intellettuali e giornalisti uniti nella lotta

La morte di Papa Francesco ha segnato ancora una volta la distanza abissale tra i comuni mortali e gli intellettuali. A vedere l’oceano di persone che hanno reso omaggio al papa non possiamo che restare basiti di fronte alla commozione che ha suscitato la sua morte. È abbastanza ovvio che esista una differenza qualitativa tra chi analizza i fatti storici e politici e coloro i quali, non possedendo adeguati strumenti ed apparati concettuali, guardano la realtà commisurandola ai propri bisogni. Ed infatti il gap qui segnalato vuole essere un momento di riflessione sulla difficoltà che hanno diversi intellettuali nell’interpretare tali bisogni ai fini dell’elaborazione di un progetto politico che li intercetti e costituisca la base per la realizzazione di una società più giusta.  Nella realtà molti di loro, soprattutto a sinistra, non rinunciano alle rendite di posizione conquistate nel corso della loro carriera e preferiscono rifugiarsi nell’autoreferenzialità pur di conservare il prestigio derivante dall’appartenenza ad una categoria cui viene riconosciuta una superiorità che, ahimè, non è frutto di un sapere disinteressato, nel senso di essere scevro dal perseguimento di prebende o altri interessi materiali e di obbedienza a qualche padrone, ma di vera e propria sudditanza nei confronti del potere. E non posso fare a meno di constatare come, senza vergogna, giornalisti ed intellettuali che in gioventù avevano militato in gruppi extraparlamentari di sinistra siano d’un tratto diventati vestali del neoliberismo e delle sue politiche antipopolari, passando dalla lotta alla povertà a quella ai poveri! A questo proposito ricordiamo la militanza in Potere Operaio di Paolo Mieli, quella di Giuliano Ferrara in Lotta Continua o il passaggio del filosofo Lucio Colletti, morto nel 2001, dal PCI a Forza Italia, dopo aver condiviso alcune posizioni dell’area dell’estrema sinistra. Per carità, va riconosciuto il diritto di cambiare idea, ma passare tra le fila del “nemico” somiglia tanto ad un salto mortale con triplo avvitamento carpiato incrociato. Questa disdicevole tendenza del ceto intellettuale e di tanto giornalismo si mostra in tutta la sua virulenza nei momenti più critici come è stata la pandemia e come sono le guerre in corso, almeno quelle che interessano direttamente l’Occidente. Cosa ha colpito, infatti, la gente comune della figura di questo papa? Sicuramente l’avere toccato quei temi che stanno ad essa più a cuore come la povertà, il bisogno di pace, le ingiustizie sociali e le sofferenze di chi rischia la vita per trovare migliori condizioni di esistenza. Esattamente quei temi sui quali si è creata una “santa alleanza” tra certa politica ed intellettuali che hanno usufruito del vantaggio di poter contare su un giornalismo mainstream, il loro braccio armato, che ha fornito l’occorrente per indirizzare l’opinione pubblica verso l’accettazione e la condivisione di politiche che, con vari alibi quali la sicurezza nazionale o la necessità dell’adozione di politiche austeritarie, vengono presentate come ineluttabili. T.I.N.A. ha colpito ancora!  Abbiamo dovuto così assistere all’inverecondo spettacolo di una classe politica mondiale unita nell’esaltazione di un papa che ha predicato esattamente l’opposto di ciò che essa ha perseguito e continua a perseguire. Esempio di come sia difficile contrastare questa insopportabile ipocrisia è il discredito o la marginalizzazione di cui sono vittima studiosi, anche illustri, e giornalisti che, non allineati alle posizioni mainstream, vengono attaccati a testa bassa pur di ridicolizzare le loro analisi, mostrare l’inconsistenza delle loro posizioni e tacciandoli all’occorrenza di essere antisemiti, filoputiniani, no-vax e così via. Valga per tutti l’epico attacco di N. Tocci (che credo resterà negli annali della disonestà intellettuale) ad Alessandro Orsini accusato di non essere titolato a parlare dell’Ucraina non essendoci mai stato (sic!). Infatti è noto come in ambito storiografico manchino, per esempio, studi sul Medioevo non avendo vissuto gli storici durante quell’età!  Passo e chiudo.