Che la guerra sia con voi

Neta e Trump

È verosimile che uno dei prossimi passi di quello che resta della diplomazia internazionale sia l’eliminazione tout court degli organismi preposti al mantenimento della pace e alla condanna di popoli e persone che si macchiano di crimini contro l’umanità? Organismi, tra l’altro, la cui inutilità è sotto gli occhi di tutti? Credo che i politici del pianeta non siano in grado di un simile gesto di onestà intellettuale e che continueranno a nascondersi dietro malcelate ipocrisie. Ma un’operazione del genere servirebbe quantomeno a liberare il campo da tanta zavorra e ad affermare apertamente ciò che fino ad oggi è stato diligentemente nascosto anche grazie all’aiuto di un‘informazione prona di fronte ai potentati economico-politici: la legge del più forte. Si potrebbe, per esempio, cominciare dall’Onu la cui missione, come da statuto, è di mantenere la pace e la sicurezza internazionale; sviluppare relazioni amichevoli tra le Nazioni; promuovere migliori condizioni di vita, il progresso sociale e la tutela dei diritti umani, che è l’esatto contrario di quanto perseguito oggi da UE, Nato e USA, e si potrebbe continuare con due grossi organismi quali la Corte Internazionale di Giustizia e il Tribunale Penale Internazionale.

Quello che sembrava essere l’ultimo invalicabile muro, ovvero la terza guerra mondiale in versione atomica, è crollato. Come spiegare una così improvvisa accelerazione? Tra le tante, due le possibili letture: lo stato di crisi di una classe dirigente e dominante occidentale che ha visto lentamente sfuggirle di mano il potere di vita e di morte su tutti gli altri popoli (dove sono finiti, signora mia, i bei tempi del colonialismo!), e che ha sempre usato le guerre come armi di distrazione di massa e, strettamente collegato ad esso, la necessità di passare da un’economia di pace in grave crisi ad una di guerra che ha l’indubbio vantaggio di ridare fiato ad un sistema economico in una fase agonizzante. Non è un caso che in prima linea, all’interno dell’UE, per una ripresa del bellicismo senza se e senza ma troviamo la Germania che si è subito resa disponibile ad aumentare le spese per un riarmo europeo, accogliendo di buon grado la proposta di Reinthal, produttrice di armi, di rilevare gli stabilimenti della Volkswagen in crisi di produzione. Ma a favorire l’accelerazione c’è anche il collaudato strumento della menzogna come detonatore per le guerre. Se con l’Iraq funzionò la provetta di Powell dopo che gli USA avevano armato sino ai denti Saddam Hussein in funzione anti iraniana, con la Russia il lavorìo in vista della guerra è stato più lento e subdolo. Tutto ebbe inizio con le rassicurazioni, verbali e non, della Nato che prometteva, dopo la fine dell’URSS, che non avrebbe fatto campagna acquisti fra gli ex paesi del Patto di Varsavia, promessa  successivamente disattesa, poi si continuò a mentire sui trattati di Minsk fino a quando in un momento di onestà A. Merkel  ammise che essi servivano per dare il tempo all’Ucraina di armarsi in vista di una guerra contro la Russia, infine la truffa continuò con la favola data in pasto all’opinione pubblica di una volontà, peraltro indimostrata ed indimostrabile, di espansione russa addirittura mirante all’Europa fino a Lisbona (boom!). Più facile mettere su lo spettacolo di un Iran pronto a portare a termine la costruzione della bomba atomica a fini militari. Infatti, forte dell’appoggio incondizionato di gran parte dei paesi occidentali derivante ad Israele dall’avere il copyright di vittima del genocidio, il criminale Netanyahu ha potuto sferrare un attacco senza precedenti contro il regime degli Ayatollah con la messinscena di un’America contraria a questa decisione ma che in realtà si è prestata ad un gioco delle parti degno della migliore tradizione hollywoodiana, mentre il pianeta attende con trepidazione l’esplodere della polveriera mediorientale. E così il pranzo della guerra è servito.

Per concludere, anche se non era mia intenzione scoraggiare il lettore o, peggio, farlo preoccupare, passo all’elenco, in rigoroso ordine alfabetico, delle persone nelle cui mani è stato messo il nostro destino: K. Kallas, U. von der Leyen,, E. Macron, F. Merz, B. Netanyahu, M. Rutte, K. Starmer, and last but not least il sempreverde D. Trump. E che Dio ce la mandi buona!