Conti alla mano, nel 2020 quelli del ’60 fanno 60 anni. Sorte che oggi tocca a Walter Zenga. Il tempo passa anche per chi sembra un ragazzone mai cresciuto, un po’ strafottente eppure mica tanto nella sostanza, ma sempre con quella mezza intenzione di andare sopra le righe. Con Tacconi, altro grande portiere, fu tra i primi calciatori che uscirono dalla retorica del calciatore umile per impadronirsi della vita come fosse un palcoscenico. Interista nel sangue, era un bambino che faceva il raccattapalle dietro la porta di Lido Vieri, e poi in quella porta c’è andato come protagonista di mille battaglie. Da allenatore non è stato altrettanto predominante ma comunque è sempre in lizza a livelli notevoli, e ricercato in varie parti del mondo. Oltre che in Italia, ha allenato in Jugoslavia, Romania e Emirati Arabi. La quarantena lo ha sorpreso mentre aveva appena cominciato l’avventura cagliaritana. Irregolare, irriverente eppure in fondo rispettoso di ruoli e valori, un po’ lunatico, sempre sincero e diretto. Memorabile l’intervista-rissa con Varriale. Al di là della professione calcistica, è un’icona divertente, quasi irresponsabile e per sempre giovane. Eppure, conti alla mano, sono 60 anche per Walter.