di Sergio Fanti
Quante volte abbiamo sentito dire “epicureo” come a indicare qualcosa di deteriore, ad esempio per indicare una persona dedita a rincorrere i piaceri della carne o del cibo? Eppure, Epicuro, pensatore greco vissuto circa 300 anni prima di Cristo, era appunto un pensatore, e la sua prospettiva era molto più profonda di come è stata spesso riportata e volgarizzata.
Epicuro osserva gli animali, e li vede privi delle malattie umane, vale a dire senza servilismo e insoddisfazione. Gli animali vivono in armonia con l’universo e con la propria natura, e in questo sono filosofi, anche se inconsapevoli.
Per Epicuro lo scopo della vita e la finalità della ricerca filosofica sta nel perseguire la felicità umana. Occorre liberarsi del timore degli Dei, i quali non hanno né bisogno degli uomini né interesse per loro, e dunque non costituiscono alcuna minaccia. Poi occorre liberarsi della paura della morte. La paura della morte è infondata, perché quando noi ci siamo, essa non c’è, e quando essa arriva noi non ci siamo più. E’ assurdo avere paura di un’esperienza che non ci sarà possibile. Altro turbamento da eliminare è quello del dolore fisico. Se esso sarà intenso, sarà breve e cagionerà la nostra morte. Se invece sarà duratura, sarà sopportabile. Epicuro morì di calcoli renali, soffrì in modo evidente, ma continuò sempre a sorridere e si rifiutò di lamentarsi. Ultimo turbamento da eliminare è l’ansia di raggiungere la felicità. Occorre capire cosa desideriamo. Epicuro – come un Maaslow ante-litteram – distingue i desideri umani in diversi gradi. Innanzitutto, ci sono i desideri naturali e necessari, come mangiare e coprirsi. Poi, ci sono i desideri non naturali e non necessari, i quali portano turbamento, come la ricerca della bellezza, del denaro e del potere. Proprio questa, per Epicuro, è la tossicità da evitare. Poi ci sono i desideri naturali e non necessari, come mangiare bene o vestirsi in modo elegante.
Epicuro raccomanda di vivere lontano dalle città e dagli affanni della politica. Una sana vita contemplativa porta inevitabilmente alla felicità.
(foto tratta da liberliber.it)